Vertice Ue a Bruxelles: focus sull’Ucraina

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IN AGGIORNAMENTO – La presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, è arrivata al Consiglio europeo straordinario a Bruxelles, che inizierà alle 10. Al suo arrivo non ha rilasciato dichiarazioni.

REVISIONE DEL BILANCIO Ue: UNA SITUAZIONE COMPLICATA
Questa revisione dovrebbe riguardare l’attuazione, non i principi. Non è possibile che la revisione annuale venga concessa all’unanimità: è una linea rossa chiara menzionata da quasi tutte le delegazioni. L’alternativa è passare al piano B, ovvero a una soluzione a 26. Ma un tale rimedio creerebbe una frattura nella reputazione Ue, sarebbe più complicato e comporterebbe costi più alti, visto che l’Assistenza macrofinanziaria, come fatto in passato, prevede solo prestiti e non sovvenzioni, e i prestiti vengono conteggiati nei bilanci degli Stati come debito. Un’opzione non proprio auspicata visto anche il ritorno delle regole di governance economica con il nuovo Patto di Stabilità.

SOSPENSIONE DELL’UNGHERIA DAL CONSIGLIO EUROPEO: UNA POSSIBILE SOLUZIONE?
Sullo sfondo rimane ancora l’opzione dell’articolo 7 del Trattato, con cui si sospenderebbe l’Ungheria dal Consiglio europeo, privandola del diritto di voto. La procedura è aperta dal 2018 e si è arenata non solo per la contrarietà della Polonia ma anche di altri Stati. E domani non sarà sul tavolo, visto che il tema è il bilancio e non i diritti fondamentali o lo Stato di diritto, osserva una fonte. Le trattative tra i leader proseguono da giorni, Macron ha visto più volte Orban. L’Italia ha un dialogo aperto ma la premier Giorgia Meloni non vuole esporsi a nuove sconfitte, visti i tentativi andati a male negli scorsi vertici. Insomma, “c’è grossa irritazione” tra i leader nei confronti del collega ungherese ma “nessuno ha la bacchetta magica” per sbloccare la situazione.

RIFLETTORI SULLE EUROPEE E LE NOMINE AI VERTICI UE
Sullo sfondo la partita delle Europee e delle nomine ai vertici Ue subito dopo. Aceh perché prima dell’appuntamento elettorale i leader si vedranno solo al vertice del 21-22 marzo e all’informale di metà aprile. La partita avrò dei riflessi anche nel centrodestra italiano: dove il vicepremier e ministro Matteo Salvini punta a superare la maggioranza Ursula e a formare un centrodestra con tutti dentro, dai popolari agli estremisti tedeschi di Afd. Stando ai sondaggi, il suo gruppo Id “oggi è il terzo al Parlamento europeo e il leader della Lega da Bruxelles svela che potrà crescere ancora con l’arrivo di nuove delegazioni. “Lo saprete quando gli accordi saranno fatti. Però stiamo crescendo tanto e conto che saremo determinanti”, ha affermato ai cronisti. L’attacco è sempre alla Commissione von der Leyen, accusata dalla Lega di aver distrutto i lavoratori con le sue politiche green. Salvini dice che “personalmente” non voterebbe mai per un bis della leader tedesca, mettendosi di trasverso nel disegno di un sostegno della folta pattuglia di Fratelli d’Italia prevista nella futura Eurocamera a un secondo mandato di von der Leyen. C’è poi l’incognita Orban, ancora una volta. Il suo partito Fidesz, espulso a suo tempo dal Ppe, è in cerca di casa e potrebbe approdare nel gruppo di Ecr, presieduto da Meloni. Da parte della principale componente nella compagine dei conservatori come il Pis polacco nessun ostacolo. “È prerogativa del governo ungherese, in particolare di Viktor Orban” candidare il suo partito ad entrare nel gruppo Ecr ed “è nostra prerogativa accettare un nuovo membro – ha detto l’ex premier polacco del Pis, Mateusz Morawiecki -. Non sono sicuro che ci saranno cambiamenti prima delle elezioni. Personalmente, dopo le elezioni, sono aperto all’adesione di Fidesz al nostro gruppo Ecr e questo sarà oggetto di discussione.

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