Un anziano con scarsa memoria: il report sul caso Biden
“LA MIA MEMORIA È A POSTO” – Biden si difende dopo le accuse del procuratore speciale Robert Hur sulla gestione e la divulgazione di documenti classificati durante la sua carriera politica. Nonostante il rapporto riconosca che il presidente si sia appropriato “deliberatamente” di materiale altamente classificato, il procuratore non ritiene che debba essere incriminato.
CRITICHE DEL PROCURATORE – Il procuratore Hur critica la gestione dei documenti da parte di Biden, ma afferma che non ci sia motivo per incriminarlo nonostante la sua presa diretta di documenti classificati.
RIFERIMENTI A DONALD TRUMP – Nel rapporto del procuratore speciale sono presenti anche riferimenti a Donald Trump, che ha cooperato con le indagini, mentre è stato criticato per aver tenuto carte segrete a Mar-a-Lago.
LA CONFERENZA STAMPA DI BIDEN – Durante una conferenza stampa, il presidente Biden ha risposto alle accuse affermando di non aver mai diffuso informazioni classificate e di aver cooperato con la giustizia imponendosi di deporre per cinque ore in due giorni.
LE ACCUSE SULLA MEMORIA – Biden ha anche respinto le accuse sulla sua memoria, sostenendo di ricordare ogni dettaglio, incluso il giorno della morte di suo figlio Beau.
LE POLEMICHE – Il caso ha scatenato polemiche sia da parte di Donald Trump, che ha attaccato Biden per presunti trattamenti di favore, sia da parte del presidente stesso, visibilmente scosso dalle parole del procuratore speciale.
CONCLUSIONE – Nonostante il rapporto riconosca che Biden si sia appropriato di documenti classificati, la mancanza di incriminazione da parte del procuratore speciale solleva polemiche e porta avanti le discussioni sulle pratiche politiche del presidente.