Ucraina: due anni di conflitto ancora lontani dalla pace

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IL FALLIMENTO DELLA CONTROFFENSIVA DI KIEV

Nonostante le circostanze sulla carta favorevoli, il massiccio invio di armi da parte dell’Occidente e gli attacchi effettuati dagli ucraini con droni anche in territorio russo, compreso un tentativo di raid sul Cremlino nel mese di maggio, la controffensiva annunciata dall’Ucraina non ha avuto il successo sperato. Le forze di Kiev non sono riuscite ad andare oltre il mantenimento dello ‘status quo’. Man mano le opinioni pubbliche dei paesi Nato, fatta eccezione per Polonia e Paesi baltici, hanno iniziato a mostrare una certa ‘stanchezza’ nel sostegno a Kiev, spingendo sempre di più verso una soluzione diplomatica, che tuttavia non appare all’orizzonte. Zelensky ha presentato una Formula di pace in 10 punti rivendicando l’integrità territoriale ucraina e il ritiro delle truppe russe, richieste rispedite al mittente dal Cremlino, che non prende in considerazione di rinunciare ai territori annessi. In una recente intervista rilasciata al giornalista americano Tucker Carlson, Putin ha dichiarato che è “impossibile” pensare a una sconfitta di Mosca.

Dagli Usa il candidato repubblicano alla Casa Bianca, Donald Trump, ha confermato la sua ritrosia a fornire nuovi aiuti a Kiev e i Gop stanno già facendo ostruzionismo al Congresso. A questo si è aggiunto l’attacco effettuato il 7 ottobre da Hamas nei confronti di Israele, che ha aperto un nuovo fronte di guerra, spostando l’attenzione del mondo dal conflitto ucraino. Zelensky, pur congedandolo con tutti gli onori del caso, ha sostituito il comandante in capo dell’esercito, generale Valery Zaluzhny, attribuendogli di fatto il fallimento della controffensiva. Una mossa audace dato che il militare, con cui era in disaccordo da tempo, è molto stimato sia sul fronte interno, dove è considerato l’unica possibile alternativa credibile allo stesso Zelensky, sia dagli Alleati.

LA GUERRA RUSSIA-UCRAINA, BOMBARDAMENTI RUSSI SU MYKOLAIV

Nel frattempo i russi hanno riconquistato la città di Avdiivka nel Donbass, lanciando un messaggio chiaro al mondo sulle loro intenzioni. Una vittoria che il Cremlino ha celebrato in attesa delle prossime elezioni presidenziali di marzo, il cui risultato è quantomai scontato. La Commissione elettorale russa ha invalidato la candidatura del ‘pacifista’ Boris Nadezhdin motivando la decisione con irregolarità nella raccolta firme. A questo si è aggiunta la morte in carcere del dissidente Alexei Navalny, considerato l’unico vero rivale ‘in pectore’ di Putin. Un evento che ha inasprito ancora di più i rapporti fra Mosca e il mondo occidentale.

La fine della guerra sembra più che mai lontana. “È possibile combattere e vincere contro la Russia”, ha rimarcato in un’intervista a LaPresse il consigliere presidenziale ucraino Mykhailo Podolyak, chiedendo all’Occidente più armi e sanzioni contro Mosca, mentre sul campo, secondo stime non ufficiali, in due anni sarebbero deceduti circa 400mila soldati russi e più di 100mila ucraini, oltre a 10mila civili. I dispersi, invece, secondo le ultime stime fornite dalla Croce Rossa internazionale, sarebbero oltre 20mila.

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