OMICIDIO MASCHERATO DA SUICIDIO: LA TRAGEDIA DI SHARMIN SULTANA
Il caso di Sharmin Sultana, una giovane donna di 32 anni, morta il 7 marzo scorso dopo essersi, apparentemente, lanciata dalla finestra di casa al secondo piano di un edificio nel quartiere di Sestri Ponente, a Genova, ha preso una svolta inaspettata. Ciò che sembrava essere un tragico gesto suicida si è rivelato essere un vero e proprio omicidio. Il marito della donna, Ahmed Mustak, è stato arrestato con l’accusa di aver ucciso la moglie in quello che si configura come un inquietante caso di femminicidio.
IL RUOLO DECISIVO DEL DISGENO DELLA FIGLIA
Gli inquirenti hanno sostenuto che le prime indagini sull’apparente suicidio di Sharmin Sultana hanno creato dei dubbi fin da subito. Non vi erano tracce di sangue sull’asfalto e la posizione del corpo non corrispondeva alla dinamica di una caduta. Tuttavia, è stato un disegno fatto dalla figlia più grande della coppia, una bambina di otto anni, a fornire l’elemento chiave per svelare la verità dietro la morte di Sharmin.
Secondo le ricostruzioni degli investigatori, l’uomo aveva vessato continuamente la donna, che avrebbe tentato di liberarsi da un marito oppressivo anche tramite la pubblicazione di video su TikTok, che avevano raccolto migliaia di visualizzazioni. Anche l’azienda per cui lavorava Mustak aveva avvertito segnali di malessere del suo dipendente.
IL PUNTO DI SVOLTA GRAZIE ALLE TESTIMONIANZE
Dopo la tragedia, sembra che l’uomo abbia indotto la figlia di 8 anni a rendere dichiarazioni non compromettenti nei riguardi del padre. Ma decisive sono state anche le testimonianze dei parenti della donna, che hanno contribuito ad accertare la responsabilità di Mustak.
L’ARRESTO E LE ACCUSE
Ahmed Mustak è stato arrestato e ora è accusato di omicidio volontario e maltrattamenti in famiglia. Questo fermo è stato deciso dal giudice anche per evitare il pericolo di inquinamento probatorio, considerato il fatto che l’uomo era rimasto solo con i due figli a Sestri Ponente. La detenzione è stata disposta nel carcere di Marassi, a Genova.
CONCLUSIONE
La morte di Sharmin Sultana, che all’inizio era sembrata essere un gesto drammatico della giovane donna, si è rivelata essere un tragico caso di femminicidio. La scoperta della verità è stata resa possibile grazie alle testimonianze dei parenti, al disegno della figlia e alle indagini approfondite degli inquirenti. Ora la giustizia dovrà fare il suo corso per portare un minimo di pace in questa drammatica vicenda.
