The Speed Project Atacama: una gara clandestina di 500 km nel deserto più inospitale

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THE SPEED PROJECT ATACAMA: UNA CORSA CLANDESTINA E ESTREMA
Esiste una corsa di 500 km in uno dei luoghi più inospitali del pianeta, il deserto di Atacama in Cile, dove non ci sono regole né premi, né tanto meno un percorso delimitato. A dire il vero non c’è neanche alcuna autorizzazione o registrazione ufficiale per iscriversi: si è invitati tramite WhatsApp.

L’ULTRARUNNING PIÙ ESTREMO AL MONDO
‘The Speed Project Atacama’ è una corsa di ultrarunning che davvero non ha eguali al mondo: i promotori potevano decidere di distinguersi per l’organizzazione perfetta che nulla lascia al caso, per il percorso omologato che risponde a tutti i crismi di regolarità, per la ricchezza dei premi. Invece hanno fatto esattamente l’opposto, dando vita a una corsa clandestina di 500 km attraverso il deserto più arido del mondo, una gara che non ha regole, né premi, né sito web, né un percorso delimitato. Non ha nemmeno alcun permesso per potersi svolgere.

L’ESTREMO DESERTO DI ATACAMA
Tra le poche informazioni che si sanno è che la partenza della gara avviene nella città costiera di Iquique, nel nord del Cile, e termina a San Pedro de Atacama, un piccolo comune situato nella catena montuosa delle Ande a 2500 metri sul livello del mare. I partecipanti vengono divisi in squadre da 6 componenti ciascuna e si danno il cambio lungo i 500 km fino al traguardo, senza ristori o assistenza di alcun genere da parte dell’organizzazione. Una delle poche regole della corsa è che almeno un membro della squadra deve correre sempre, mentre gli altri possono riprendersi dallo sforzo a bordo di un veicolo.

LO SFORZO BESTIALE NEL DESERTO
E lo sforzo è davvero bestiale, visto che il deserto di Atacama è il luogo più arido della Terra dopo i Poli. In questo posto così inospitale per l’uomo, piove una volta ogni 30 o 40 anni e le temperature possono raggiungere i 50 gradi. Si capisce bene come in tali condizioni prima ancora che arrivare primi, la priorità è sopravvivere alle tremende sollecitazioni cui si sottopone il proprio corpo. Se volete iscrivervi, non è così facile, visto che non esiste una procedura di registrazione ufficiale: i 90 corridori provenienti da tutto il mondo che lo scorso novembre si sono ritrovati alla partenza a Iquique sono stati invitati direttamente tramite WhatsApp.

GLI IMPEGNATIVI TESTIMONI
Tra loro c’erano l’ex fondista olimpico ispano-guineano Roberto Mendje e l’ex calciatrice guatemalteca Daniela Andrade, diventata un’ultra runner dopo aver attraversato in solitaria l’intero Cile. “Quello che lo rende davvero impegnativo è che corri per brevi intervalli e poi sali su un furgone, diventi rigido, ti stanchi e poi dopo un’ora corri di nuovo. Dopo due giorni inizi stancarti, soprattutto quelle lunghe notti in cui sei là fuori con i tuoi pensieri e la fatica accumulata”, ha detto Mandje alla BBC.

UN EVENTO PERICOLOSO E CLANDESTINO
L’ideologo dell’evento è Nils Arend, un tedesco che suonava e organizzava feste nella scena rave di Amburgo, diventato poi organizzatore di gare in California.

La Speed Project Atacama non è in alcun modo una gara ufficiale: non ha un percorso delimitato, non c’è segnaletica, non ci sono rifornimenti, né supporto di alcun tipo. Tanto meno dispone di autorizzazioni da parte degli enti locali. Non sorprende quindi che la polizia si sia insospettita quando ha visto gruppi di persone correre in mezzo al deserto lungo strade che portano solo alle miniere di litio e rame. A quel punto le autorità hanno minacciato di arrestare i corridori e alcune squadre hanno deciso di abbandonare la corsa.

PROBABILMENTE L’ULTIMA EDIZIONE
A causa dei problemi con le autorità, la prima edizione di The Speed Project Atacama sarà probabilmente anche l’ultima: “Non credo che ce ne sarà un altro del genere a causa della situazione con la polizia. Ci ​​hanno lasciato farla franca. Ma non credo che ci lasceranno di nuovo…”

È evidente che The Speed Project Atacama è un evento estremo, clandestino e totalmente fuori dagli schemi delle classiche corse di ultrarunning. Un’esperienza per pochi eletti, dove la sopravvivenza e la pura passione per la corsa sono al centro di tutto. Resta da vedere se questa prima edizione sarà davvero l’ultima o se, nonostante le difficoltà, il desiderio di sfidare l’estremo continuerà a spingere gli atleti a partecipare a un’avventura così straordinaria e pericolosa.

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