Studente russo arrestato per nome Wi-Fi “Gloria all’Ucraina”

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Guerra in Ucraina: Studente russo arrestato per aver denominato la sua rete Wi-Fi “Gloria all’Ucraina”

Mosca, 10 marzo 2024 – Un giovane studente russo dell’Università Statale di Mosca è stato arrestato e condannato a dieci giorni di carcere per aver chiamato la sua rete Wi-Fi “Slava Ukraini” (“Gloria all’Ucraina”), il grido di battaglia dell’esercito di Kiev.

La vicenda ha destato scalpore e indignazione sul web, dividendo l’opinione pubblica tra coloro che difendono la libertà di espressione e coloro che sostengono l’azione punitiva delle autorità russe.

Il giovane studente, identificato come Ivan Ivanov, è stato denunciato alle autorità dalla sua vicina di casa, una donna di mezza età di nome Olga Petrova, che ha segnalato il nome provocatorio della rete Wi-Fi alle autorità competenti.

Secondo quanto riportato dalle autorità russe, Ivanov è stato accusato di “propaganda anti-russa” e di “incitamento all’odio etnico”, reati che possono essere puniti con l’arresto e una multa salata.

Le reazioni alla vicenda non si sono fatte attendere, con numerosi commenti sui social media che lamentano la limitazione della libertà di espressione e la censura da parte delle autorità russe.

Il caso del giovane studente russo si inserisce in un contesto di crescente tensione tra Russia e Ucraina, con il conflitto bellico che continua a causare vittime e distruzioni in entrambi i Paesi.

Le recenti sanzioni internazionali e le proteste popolari contro il governo russo hanno alimentato ulteriormente le tensioni e reso ancora più complicata la ricerca di una soluzione diplomatica al conflitto in Ucraina.

Il caso del giovane studente arrestato per una banale denominazione della sua rete Wi-Fi rappresenta solo l’ennesima dimostrazione della situazione di precarietà e repressione delle libertà civili in Russia, dove le autorità sembrano sempre più intenzionate a reprimere qualsiasi forma di dissenso.

Mentre il giovane Ivanov sconta la sua pena di dieci giorni di carcere per aver semplicemente digitato due parole nella sua rete Wi-Fi, il mondo guarda con preoccupazione alla crescente escalation del conflitto in Ucraina e alle possibili conseguenze geopolitiche che ne potrebbero derivare.

In un contesto segnato da censure e repressione, la vicenda del giovane studente russo rappresenta un monito alle conseguenze nefaste della limitazione della libertà di espressione e della criminalizzazione del dissenso, che rischiano di minare le basi stesse della democrazia e dei diritti umani.

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