Stefano Tacconi: dalla riabilitazione al ritorno, la sua emozionante storia di rinascita

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STEFANO TACCONI A VERISSIMO SENZA STAMP

La commozione di Stefano Tacconi entrato in studio senza stampelle

È una delle prime interviste in televisione che Stefano Tacconi ha rilasciato dopo il lungo periodo di riabilitazione che ha dovuto affrontare a seguito dell’aneurisma per il quale è andato anche in coma, per un periodo piuttosto lungo, prima di riprendere conoscenza. Ma adesso, come racconta a Silvia Toffanin, le cose stanno lentamente migliorando: Che fatica, ma va bene così adesso. È stato un bel Natale, con tutta la famiglia siamo stati ospiti di un amico in un ristorante molto carino. Sto meglio, anche se ancora non è la vita di prima, una gamba non mi funziona ancora bene. A febbraio vediamo se mi opererò, deve sciogliersi una vena che è chiusa in tre punti. Non mi ricordo quando è arrivata la trombosi, forse durante il coma. Valuteremo insieme ai dottori la cosa migliore da fare.

Il racconto della riabilitazione

L’ex portiere della Juventus e della Nazionale ha raccontato come sia riuscito, con i dovuti tempi e non senza dover combattere con se stesso, a recuperare pian piano le forze, provando anche a mettere un piede davanti all’altro. Ogni suo sforzo, però, non sarebbe stato lo stesso se non ci fossero stati i suoi familiari a sostenerlo: Lo spirito è sempre lo stesso, combattivo come in campo. È tutto faticoso, ma lotto. Faccio tanto sport. Mi commuovo più facilmente di prima, vedo la vita in modo diverso perché mi è passata davanti e dei medici bravissimi mi hanno ripreso per i capelli. Avevo tirato un po’ troppo la corda, bisogna ascoltare più il proprio fisico e assecondarlo. Mia moglie e mio figlio Andrea sono i miei badanti. Non fumo e non bevo più. La riabilitazione fa male, ma combatto.

Stefano Tacconi torna a camminare

Una mattina mi sono svegliato e ho deciso di mollare carrozzina e stampelle, è successo 15 giorni fa. Una prima parte della riabilitazione, racconta Tacconi, si è svolta in ospedale, ed è stata forse la parte più lunga e dolorosa, della quale parla in questi termini: Quando vedi le altre persone che sono lì, e che stanno peggio di te, ti rendi veramente conto che l’hai scampata bella. Riguardavo le vecchie partite della Juventus, mi davano la carica. Fare il portiere è un mestiere stressante, se sbagli ti fischiano in 80-90 mila. Meno male che in carriera sono stato spesso bravo, rivedermi tra i pali mi ha aiutato. In studio, poi, sono entrati anche i figli Andrea e Alberto. I due hanno parlato del sostegno che hanno cercato di trasmettere al padre durante questo periodo nel quale hanno avuto modo anche di viverlo in maniera diversa. Alla domanda di Silvia Toffanin su come sia cambiato Tacconi da quando ha avuto la malattia, risponde Andrea che, però, si fa prendere dall’emozione e dice semplicemente: “Di carattere è migliorato un po’ dai, del resto sempre uguale”.

Il sostegno della famiglia

Tacconi ha sottolineato l’importanza del sostegno della sua famiglia durante il periodo di riabilitazione. Sua moglie e suo figlio Andrea sono stati determinanti nel supportarlo e aiutarlo a rimettersi in forma. “Mia moglie e mio figlio Andrea sono i miei badanti.”, ha dichiarato l’ex portiere, mostrando tutta la gratitudine per il supporto ricevuto dai suoi cari. L’affetto e il supporto dei suoi familiari hanno contribuito significativamente al suo recupero, sia fisico che emotivo.

La forza di volontà di Stefano Tacconi

La determinazione e la forza di volontà di Stefano Tacconi sono emerse chiaramente durante l’intervista a Verissimo. Nonostante le difficoltà e le sfide affrontate nel corso della sua riabilitazione, Tacconi ha dimostrato una straordinaria resilienza nel suo percorso di recupero. Il campione ha sottolineato l’importanza di ascoltare il proprio corpo e di seguire i consigli dei medici, mentre aspira a un miglioramento continuo della sua salute e del suo benessere.

L’importanza del sostegno psicologico

Durante l’intervista, Tacconi ha anche sottolineato l’importanza di ricevere un adeguato sostegno psicologico durante la fase di riabilitazione. La sua esperienza personale lo ha portato a riflettere sulla necessità di un supporto emotivo e mentale per affrontare le sfide che un’esperienza simile può comportare. La consapevolezza dell’importanza della salute mentale e del benessere psicologico è emersa come un tema significativo nell’intervista di Tacconi.

Conclusioni

L’intervista di Stefano Tacconi a Verissimo ha mostrato la sua straordinaria determinazione e il suo spirito combattivo nel suo percorso di riabilitazione. Il suo ritorno a camminare senza stampelle è stato un momento toccante e un segno tangibile del suo straordinario percorso verso il recupero. La forza e la positività dimostrate da Tacconi sono un esempio di resilienza e determinazione per chiunque stia affrontando sfide simili. La sua testimonianza è un incoraggiamento per coloro che si trovano ad affrontare momenti difficili, offrendo speranza e ispirazione per il futuro.

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