Sciopero generale in Argentina contro governo Milei: “La democrazia è in pericolo, sarà battaglia lunga”

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Insurrezione” con la democrazia in pericolo. E saremo in prima fila in questa battaglia”.

La situazione politica in Argentina è tesa e il popolo è sceso in piazza per manifestare il proprio dissenso contro le politiche economiche e sociali del governo Milei. Il sindacalista Rodrigo Borrás, segretario aggiunto di Relazioni Internazionali della CTA-T, ha dichiarato che “sarà una battaglia molto lunga, perché questo governo ha quattro anni davanti a sé e vuole distruggere il sistema produttivo argentino e consegnarlo alle forze economiche straniere”.

Il giorno dello sciopero generale a Buenos Aires contro le riforme del governo Milei, si è svolta un’intervista con il sindacalista Rodrigo Borrás, che ha spiegato i motivi della protesta e le preoccupazioni del sindacato riguardo al futuro del paese.

Borrás ha sottolineato che il governo sta proponendo modifiche profonde della normativa nazionale attraverso decreti di urgenza e leggi Omnibus senza passare dal congresso, attaccando i diritti dei lavoratori e favorendo l’ingresso di grandi poteri economici stranieri in Argentina. L’obiettivo dello sciopero è denunciare queste modifiche e promuovere la difesa dei diritti dei lavoratori e dell’economia nazionale.

I negoziati in parlamento riguardo alle modifiche proposte dal governo sono in corso, ma Borrás sostiene che ci sia poca chiarezza sul risultato finale. Inoltre, ha evidenziato il legame tra il presidente Milei e l’ex presidente Macri, sottolineando che Milei è supportato dai settori oligopolistici dell’economia e che l’attuazione del suo progetto economico neoliberista richiede repressione e autoritarismo. La ministra degli Interni ha persino minacciato di adottare politiche di “vita o morte” per controllare le manifestazioni, mettendo a rischio il diritto alla protesta delle organizzazioni sociali e sindacali.

Borrás ha espresso preoccupazione per la possibilità di infiltrazioni nelle manifestazioni da parte delle forze dell’ordine al fine di provocare incidenti e ha dichiarato che la mobilitazione sarà lunga e difficile. Il sindacalista ha evidenziato l’importanza di mantenere la manifestazione pacifica e ha criticato il divieto di tagliare la strada, sottolineando che durante la pandemia coloro che oggi vietano le manifestazioni scendevano in strada per i propri diritti.

Il sindacalista ha infine concluso affermando che questa sarà una battaglia molto lunga, perché il governo vuole distruggere il sistema produttivo argentino e consegnarlo alle forze economiche straniere. Il neoliberismo, secondo Borrás, si è trasformato e oggi ha la faccia dell’estrema destra, con Milei che rappresenta un nuovo ondata di rappresentanti estrema destra nel mondo.

In conclusione, l’intervista a Rodrigo Borrás rivelata le motivazioni e le preoccupazioni di chi è in prima linea nella lotta contro le politiche del governo Milei in Argentina. La mobilitazione e il dissenso del popolo sono chiari segnali di una situazione politica tesa e in evoluzione, che richiede un costante monitoraggio e la massima attenzione da parte della comunità internazionale.

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