PARIS-ROUBAIX: LA SCANDALOSA AZIONE DI UNA TIFOSA METTE SOTTO ACCUSA LA SICUREZZA DEI CORRIDORI
Un gesto assurdo, che avrebbe potuto avere conseguenze drammatiche qualora Mathieu van der Poel non fosse riuscito a schivare – aiutato anche dalla buona sorte, vista la vicinanza – il cappellino lanciato a tradimento da una donna posta a bordo strada durante la Parigi-Roubaix. Qualora quel berretto fosse finito tra le ruote della bicicletta del 29enne campione olandese, che in quel momento stava percorrendo a tutta velocità un tratto di pavé posto a 42 chilometri dall’arrivo, davvero il dramma sarebbe stato inevitabile, vista la caduta rovinosa cui sarebbe andato incontro il cannibale delle classiche (è la sua seconda Roubaix di fila, in aggiunta ai tre Giri delle Fiandre e alla Sanremo). Adesso è caccia alla donna in tutta la Francia per chiederle conto della sua scellerata azione e punirla, come chiedono a gran voce i corridori in primis.
LA PERICOLOSA FUGA DI UNA TIFOSA TEMERARIA
Già riuscire a stare in piedi sull’acciottolato dei durissimi tratti di pavé della Roubaix è un’impresa, figurarsi dovendo fare attenzione ai gesti folli dei tifosi assiepati lungo le strade del Nord della Francia. Un mare di gente, scene bellissime, immagini commoventi per chi ama il ciclismo, sport che come pochi riesce a prendersi il cuore delle persone. Caldo, pioggia, neve: i tifosi sono sempre lì ad aspettare il passaggio del plotone, sperando che ci sia l’uomo in fuga da poter applaudire, il campione da consegnare alla storia.
UNA VITTORIA OLTRE IL PERICOLO
E così è stato, con un van der Poel che addirittura ha attaccato su un tratto di pavé posto a poco meno di 60 chilometri dall’arrivo, facendo il vuoto con un’azione leggendaria, conclusasi col trionfo a braccia alzate nel velodromo di Roubaix. Un finale che avrebbe potuto essere ben diverso se il gesto insano della donna – che le immagini mostrato beffardamente sorridente mentre tira il cappellino con un lancio tipo frisbee, che sembra chiaramente volontario – avesse colto il suo obiettivo, finendo tra la catena e i raggi delle ruote di van der Poel.
LE CONSEGUENZE PER LA TIFOSA IN CERCA
Nel video il volto della donna, pur coperto da occhiali da sole, si vede benissimo ed ora probabilmente è solo questione di tempo perché venga identificata ed indagata per quanto ha fatto, esattamente come avvenne per l’imprudenza commessa da un’altra donna – ma in quel caso in maniera involontaria, anche se ugualmente assurda – durante il Tour de France del 2021. Adam Hansen, presidente del sindacato dei ciclisti CPA, ha annunciato che verranno presi provvedimenti contro l’autrice del gesto.
LE RICHIESTE DEL SINDACATO E L’IMPEGNO DELLE AUTORITÀ FRANCESI
Più specificamente, l’UNCP (Union Nationale des Cyclistes Professionnels) – il ramo francese della CPA – presenterà una denuncia alle autorità francesi: “Poiché l’incidente è avvenuto sul territorio francese, la CPA, un’organizzazione svizzera, non può sporgere denuncia. Quindi l’istituzione francese porterà quella persona in tribunale. La troveremo sicuramente”. Il CPA e l’UNCP hanno già unito le loro forze nel 2021 per portare in tribunale la sciagurata donna del cartello ‘Omi e Opi’, che al Tour fece schiantare Tony Martin e altri corridori. “Abbiamo buone esperienze con questo. L’UNCP ha intentato una causa e ha vinto la causa”, ha detto Hansen. La donna in quella circostanza fu trovata dopo un’altra caccia su tutto il suolo francese, arrestata, condotta davanti al giudice e condannata a pagare una multa di 1200 euro.
L’APPELLO DEL COMPAGNO DI SQUADRA DI VAN DER POEL
Anche in questo caso, molto probabilmente la vicenda seguirà lo stesso percorso, visto che pure adesso il volto della donna ha avuto una diffusione enorme, finendo praticamente ovunque. Jonas Rickaert, compagno di squadra di van der Poel all’Alpecin-Deceuninck, ha già lanciato un appello sul proprio profilo Instagram per chiunque abbia notizie utili per l’identificazione della tifosa. “Qualcuno la conosce?”, ha chiesto il belga a corredo di un video e di una foto in primo piano della spettatrice.
LA REAZIONE DI VAN DER POEL
Dal canto suo, van der Poel ha commentato così la vicenda: “Qualcosa di bianco mi ha colpito, ma non sapevo cosa fosse. Nel complesso è stato incredibile guidare attraverso un simile muro di rumore oggi, ma a quanto pare non a tutti piace quando sono in testa. Non mi interessa”. Interessa a tutto il mondo del ciclismo: così non va bene.
In attesa del processo e della ricerca della tifosa responsabile, il mondo del ciclismo resta unito nella condanna di gesti irresponsabili che mettono a rischio la sicurezza dei corridori. La lezione da imparare è che il pericolo lungo le strade delle grandi corse non può essere causato da chi dovrebbe invece essere un tifoso appassionato e rispettoso. La ricerca della giustizia per l’azione durante la Parigi-Roubaix sarà un altro capitolo nella storia del ciclismo moderno, un monito da non dimenticare affinché simili episodi non si ripetano in futuro.