Rugby e OCD: la lotta di Henry Slade per superare le ossessioni compulsive

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Henry Slade, il rugbista inglese che ha lottato contro il disturbo ossessivo compulsivo

Henry Slade, pilastro della nazionale inglese di rugby, ha raccontato come il suo disturbo ossessivo compulsivo abbia avuto un impatto devastante sulla sua vita e sulla sua carriera. Il giocatore ha rivelato di aver pensato che se non avesse completato le sue azioni rituali in modo preciso, avrebbero subito conseguenze negative lui, la sua famiglia e i suoi amici.

IL RITUALE DELLA BUONANOTTE

Il disturbo obsessions compulsive ha portato Slade a sviluppare una serie di rituali sempre più complessi nel corso degli anni. Tra questi, c’era una routine prima di andare a letto che durava addirittura un’ora, includendo azioni come picchiettare le dita dei piedi sul pavimento e mettersi le calzini in un modo specifico.

L’IMPATTO SULLA VITA E SULLA CARRIERA

Questi comportamenti obbligati hanno avuto un impatto negativo sulle attività di Slade e sulla qualità della sua vita. Il rugbista ha confessato di essere costantemente preoccupato per la sicurezza dei suoi cari se non avesse seguito alla perfezione i suoi rituali.

IL MOMENTO DELLA PRESA DI COSCIENZA

Slade ha rivelato che è stato solo dopo essersi aperto con i suoi compagni di squadra e aver cercato l’aiuto di uno psicologo che ha iniziato a superare il suo disturbo. Ha ammesso che il suo comportamento ossessivo compulsivo era “ridicolo” e che aveva una convinzione distorta sulle conseguenze delle sue azioni.

UN RALLANTAMENTO DRAMMATICO

Nonostante il progresso fatto nel superare il disturbo, Slade ha subito un brutto contrattempo durante una partita: la prima volta che ha allacciato le scarpe da gioco in modo “normale”, ha subito una grave frattura alla gamba. Questo ha rallentato il suo percorso verso il recupero e ha messo a dura prova la sua fiducia.

LA CONSAPEVOLEZZA E IL SUPPORTO

Nonostante le difficoltà incontrate, Slade incoraggia chiunque soffra degli stessi problemi a parlare apertamente con i propri cari. Afferma che condividere il problema è il primo passo verso il recupero e che ricevere supporto dagli altri è fondamentale per superare il disturbo.

LA VITA DOPO IL DISTURBO

Oggi, a 31 anni, Henry Slade ha dichiarato che la sua vita è migliorata notevolmente dopo aver preso coscienza del suo problema e aver cercato aiuto. Ha sottolineato l’importanza di affrontare i problemi e di non avere paura di chiedere supporto agli altri.

In conclusione, la storia di Henry Slade è un esempio di coraggio e determinazione nel superare un disturbo che ha condizionato pesantemente la sua vita e la sua carriera. La sua testimonianza incoraggia chiunque affronti problemi simili a cercare aiuto e a condividere le proprie preoccupazioni con le persone vicine.

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