I LEADER OCCIDENTALI PREOCCUPATI PER L’ANDAMENTO DELLA GUERRA
Mosca avverte sui rischi di una escalation diretta tra la Russia e i Paesi occidentali, rispondendo alle parole del presidente francese, Emmanuel Macron, e del ministro britannico degli Esteri, David Cameron. Le dichiarazioni del titolare dell’Eliseo “sono molto importanti e pericolose”, ha commentato il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, riferendosi alla possibilità – ventilata da Macron – di inviare truppe in Ucraina. “La Francia continua a parlare costantemente della possibilità di un suo coinvolgimento diretto sul campo. Questa è una tendenza molto pericolosa”, ha ammonito Peskov. Quanto alle affermazioni di Cameron sul diritto di Kiev a usare armi britanniche per colpire in Russia per Peskov si tratta di una “escalation diretta della tensione” che “potrebbe potenzialmente rappresentare un pericolo per l’intera architettura di sicurezza europea”. Secondo Maria Zakharova, rappresentante del ministero russo degli Esteri, Cameron ha riconosciuto che “l’Occidente sta conducendo una guerra aperta contro la Russia per mano degli ucraini”. Zakharova ha anche messo in guardia Usa, Regno Unito e Unione europea su qualsiasi “azione aggressiva” in Crimea che “è destinata al fallimento e riceverà ritorsioni”.
SHOIGU: “KIEV PERDE MILLE PERSONE AL GIORNO”
Le affermazioni di Macron e Cameron rivelano le preoccupazioni dei leader occidentali sull’andamento della guerra. Tracciando un bilancio del conflitto, il ministro russo della Difesa, Serghey Shoigu, ha riferito che “le truppe ucraine perdono mille persone ogni giorno a causa delle richieste degli Stati Uniti e dei loro alleati di frenare ad ogni costo l’offensiva delle forze armate russe”. Da inizio anno, ha proseguito Shoigu, le truppe della Federazione hanno conquistato 547 chilometri quadrati nel territorio “delle nuove regioni del Paese”. Il tutto mentre, ha aggiunto il ministro russo, gruppi di militari di Mosca “continuano a irrompere nel sistema delle roccaforti nemiche lungo l’intera linea di contatto di combattimento”. Una pressione costante, esercitata anche per via aerea. In un raid condotto su Kharkiv è stato colpito il quartiere residenziale si Kholodnohirskyi. Il bilancio, per il momento, è di una donna morta ma – stando al resoconto del sindaco di Kharkiv Igor Terekhov – diverse persone si troverebbero sotto le macerie degli edifici distrutti. Un bombardamento che arriva a soli due giorni dalla Pasqua ortodossa. Le autorità ucraine temono che Mosca possa prendere di mira le città del Paese proprio durante le celebrazioni della ricorrenza. Il capo dell’amministrazione militare della capitale, Kiev, ha esortato i fedeli a evitare le chiese, parlando di possibili “azioni malvagie da parte dell’aggressore”. Gli ha fatto eco il servizio di sicurezza ucraino (Sbu), che – tra le altre cose – ha invitato i cittadini a non partecipare a eventi di massa e a raggiungere subito i rifugi in caso di allarme aereo.
DALLA GUERRA REALE A QUELLA CIBERNETICA
La ministra tedesca degli Esteri, Annalena Baerbock, ha accusato i servizi segreti militari russi di aver organizzato l’attacco hacker dello scorso anno contro il partito socialdemocratico (Spd). Un atto, ha rincarato, “assolutamente intollerabile” per il quale Mosca “dovrà affrontare le conseguenze”. Il dicastero guidato da Baerbock ha quindi convocato l’incaricato d’affari russo a interim a Berlino, il quale – secondo Mosca – ha “categoricamente respinto le accuse”, accusando il governo tedesco di aver compiuto “un altro passo ostile volto a incitare sentimenti anti-russi in Germania”. Contro l’attacco hanno preso posizione l’Unione europea e gli Usa, con il portavoce del dipartimento di Stato Matthew Miller che ha condannato “l’attività informatica dannosa condotta dai servizi segreti militari russi contro Germania, Repubblica Ceca, Lituania, Polonia, Slovacchia e Svezia”.