Rischi di carneficina a Rafah con 1,5 milioni di palestinesi rifugiati – Preoccupazione internazionale

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RAFAH, LA SITUAZIONE ATTUALE

A Rafah, nella Striscia di Gaza, si è rifugiato quasi un milione e mezzo di palestinesi. Il governo israeliano ha annunciato un’invasione di terra in questo territorio, eventualità “terrificante” secondo le Nazioni Unite: i civili palestinesi sono letteralmente in trappola a Rafah, non hanno più alcun luogo verso cui scappare, e un’offensiva di Israele comporterebbe moltissimi morti e feriti.

LA SITUAZIONE A RAFAH

Rafah è un territorio che si trova nell’estremità più meridionale della Striscia di Gaza, al confine con l’Egitto: proprio qui si trova il valico di Rafah, cioè l’unico punto di attraversamento tra Palestina ed Egitto. Parliamo di un territorio poco più esteso di una sessantina di chilometri quadrati, dove negli ultimi mesi si sono concentrati migliaia e migliaia di profughi palestinesi, in fuga dai bombardamenti israeliani che inizialmente avevano interessato in particolare le zone a nord della Striscia. Al momento ci sarebbero circa 1,4 milioni di persone a Rafah.

LE MOTIVAZIONI DI ISRAELE

Secondo Israele ci sarebbero quattro battaglioni di Hamas a Rafah. Per questa ragione ha annunciato un’invasione di terra. Già negli ultimi giorni l’esercito israeliano ha intensificato i bombardamenti in questo territorio, affermando appunto di voler colpire i miliziani di Hamas. Nella notte tra l’11 e il 12 febbraio 2024 le forze israeliane hanno condotto un’operazione speciale per liberare due ostaggi rapiti lo scorso 7 ottobre. Secondo il ministero della Salute palestinese i raid perpetrati quella notte hanno ucciso almeno 100 civili.

L’IMPOSSIBILE EVACUAZIONE DEI CIVILI

Quasi un milione e mezzo di palestinesi, circa la metà della popolazione di Gaza, si trova a Rafah proprio perché, nell’immediato susseguirsi al 7 ottobre, il governo israeliano aveva intimato ai civili di spostarsi a Sud per sfuggire ai pesanti bombardamenti che si erano inizialmente concentrati nel nord della Striscia. Tel Aviv ha fatto sapere di voler garantire l’evacuazione dei civili, ma i dettagli di questo piano non sono stati comunicati e non è chiaro come e dove si intendano spostare così tante persone.

LA REAZIONE DELLA COMUNITÀ INTERNAZIONALE

Diversi attori internazionali – a partire dalle Nazioni Unite – hanno espresso forti preoccupazioni sulla possibilità di un’offensiva israeliana a Rafah. Il presidente statunitense Joe Biden ha lanciato un appello al governo israeliano, parlando direttamente al telefono con Netanyahu e chiedendogli di desistere da un’invasione di terra, ribadendo che nessuna grande operazione militare dovrebbe essere condotta in quella zona senza un piano per garantire la sicurezza dei profughi che si sono rifugiati a Rafah. Il Cairo ha anche lanciato un avvertimento a Israele: qualsiasi azione che spinga il milione e mezzo di profughi palestinesi a riversarsi nel suo territorio potrebbe mettere seriamente a repentaglio il Trattato di pace firmato dai due Paesi dopo gli accordi di Camp David.

CONCLUSIONE

La situazione a Rafah è estremamente delicata e il rischio di una carneficina è imminente. Con una popolazione così vasta concentrata in un territorio così piccolo, l’incolumità dei civili è a gravissimo rischio. La comunità internazionale è mobilitata per trovare una soluzione pacifica a questa crisi umanitaria senza precedenti.

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