Rifiuto accademici italiani in Israele: “Boicottaggio sbagliato”

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L’INTERVISTA A CRISTINA BETTIN

La professoressa Cristina Bettin, docente presso la Ben Gurion University, ha recentemente rilasciato un’intervista esprimendo preoccupazione per le richieste di interrompere le collaborazioni tra atenei italiani e israeliani. Bettin ha sottolineato di essere rimasta turbata dal repentino cambio di atteggiamento di alcuni colleghi italiani con cui aveva lavorato in passato. Secondo la docente, tale decisione è stata definita “amorale”.

LA POLEMICA SULLA COLLABORAZIONE UNIVERSITARIA

La polemica sulle collaborazioni tra università italiane e israeliane ha portato Bettin a esprimere la sua opinione in merito. La docente ha evidenziato che, secondo lei, i giovani tendono ad avere un’unica visione degli eventi, senza considerare tutti i lati della questione. Bettin ha sottolineato la necessità di favorire scambi culturali e accademici per promuovere una visione più ampia e completa della realtà.

LA SITUAZIONE ALLA BEN GURION UNIVERSITY

La Ben Gurion University, situata a Beer Sheva, nel sud di Israele, è stata descritta da Bettin come un luogo di grande collaborazione e integrazione. La presenza di studenti e studentesse arabe e beduine all’interno del campus è stata evidenziata come esempio positivo di convivenza pacifica e di inclusione. Bettin ha sottolineato che, a suo parere, le università israeliane dovrebbero essere considerate un modello di resilienza e di unità.

IL BOICOTTAGGIO E LE CONSEGUENZE

Bettin ha condannato il boicottaggio come una pratica sbagliata e dannosa. La docente ha ribadito che la ricerca e l’istruzione non dovrebbero essere soggette a discriminazioni politiche, in quanto sono strumenti per migliorare le condizioni umane e favorire la pace. Bettin ha enfatizzato la necessità di intensificare gli scambi accademici e di evitare il ricorso a pratiche antisemite o discriminatorie.

CONCLUSIONE

La professoressa Cristina Bettin ha concluso l’intervista sottolineando l’importanza di promuovere la libertà di espressione e di evitare la manipolazione politica e religiosa nel contesto accademico. Bettin ha evidenziato la necessità di favorire il dialogo e la collaborazione tra professori e studenti, al fine di promuovere la pace e la comprensione reciproca.

In conclusione, l’intervista di LaPresse alla professoressa Cristina Bettin ha evidenziato la complessità delle relazioni accademiche e la necessità di superare divisioni e pregiudizi attraverso il dialogo e lo scambio culturale. Bettin ha ribadito il ruolo fondamentale della ricerca e dell’istruzione come strumenti per costruire un mondo più inclusivo e pacifico.

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