NEL CAMPO PROFUGHI VIVONO CIRCA 116MILA PERSONE
18 Febbraio 2024
Circa DUEMILA PERSONE hanno PROTESTATO nel campo profughi di Jabaliya, nella parte settentrionale della Striscia di Gaza, chiedendo cibo e forniture mediche, che scarseggiano sempre di più a causa del pesante conflitto in corso tra Israele e Hamas e per le difficoltà delle organizzazioni internazionali di portare gli aiuti umanitari.
INTONANDO GLI SLOGAN “VOGLIAMO MANGIARE” E “NO, NO ALLA FAME”, uomini, donne e bambini hanno MARCIATO PER LE STRADE DEL CAMPO PER ESPRIMERE RABBIA per le carenze causate dalla guerra, giunta ormai al suo quinto mese.
IL CAMPO DI JABALIYA E LA VICINA GAZA CITY SONO STATI IL CENTRO DELL’OFFENSIVA DI TERRA ISRAELIANA NEI PRIMI GIORNI DELLA GUERRA, MA NELLE ULTIME SETTIMANE L’OFFENSIVA SI È SPOSTATA NELLA CITTÀ MERIDIONALE DI KHAN YOUNIS.
CENTINAIA DI MIGLIAIA DI PALESTINESI SONO FUGGITI DAL NORD DI GAZA E SI SONO TRASFERITI A SUD, MA I NUMEROSI RESIDENTI RIMASTI SOFFRONO PER LA MANCANZA DI AIUTI.
JABALIYA È IL PIÙ GRANDE CAMPO PROFUGHI DI GAZA, DOVE VIVONO CIRCA 116MILA PERSONE, DUE TERZI DELLE QUALI DISCENDONO DA PALESTINESI FUGGITI O CACCIATI DALLE LORO CASE DURANTE LA GUERRA CHE SEGUITÒ LA CREAZIONE DELLO STATO DI ISRAELE NEL 1948.
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In Gaza, all’interno del campo profughi di Jabaliya, la situazione si fa sempre più critica per le migliaia di persone che vi risiedono. Circa duemila persone hanno preso parte a una protesta, chiedendo cibo e forniture mediche, che sono sempre più scarse a causa del prolungato conflitto tra Israele e Hamas. La guerra, che si è protratta per mesi, ha portato ad un grave deterioramento della situazione umanitaria nella regione, con notevoli difficoltà per le organizzazioni internazionali nel portare aiuti umanitari nella zona.
I manifestanti hanno intonato slogan come “vogliamo mangiare” e “no, no alla fame” per esprimere la propria rabbia per le carenze causate dalla guerra, che è ormai al suo quinto mese. Il campo di Jabaliya e la città di Gaza sono stati inizialmente al centro dell’offensiva di terra israeliana, ma recentemente l’offensiva si è spostata nella città meridionale di Khan Younis. Questo ha causato un’esodo di centinaia di migliaia di palestinesi verso sud, lasciando dietro di sé numerosi residenti che ora soffrono per la mancanza di aiuti.
Jabaliya è il più grande campo profughi di Gaza, con circa 116mila persone che vi abitano, la maggior parte delle quali sono discendenti dei palestinesi fuggiti o cacciati durante la guerra del 1948. La situazione nel campo profughi è diventata estremamente difficile, con condizioni di vita precarie e una crescente disperazione tra i residenti.
La comunità internazionale è chiamata ad agire con urgenza per fornire assistenza umanitaria a coloro che ne hanno disperatamente bisogno in questa regione martoriata dalla guerra. È fondamentale garantire cibo, cure mediche e altri aiuti essenziali per alleviare la sofferenza delle migliaia di persone che lottano per sopravvivere in condizioni estremamente difficili.
La situazione nel campo profughi di Jabaliya è un grido di aiuto che non può essere ignorato. È necessario un intervento immediato per garantire la sicurezza e il benessere di coloro che vivono in questa zona devastata dalla guerra. L’orizzonte di pace e sollievo per i residenti del campo profughi sembra sempre più lontano, ma è un obiettivo che non possiamo abbandonare. La situazione richiede un’immediata attenzione e azione da parte della comunità internazionale per evitare ulteriori sofferenze e tragedie umanitarie in questa regione.