Procedura legale contro piattaforma X, detenuta da Elon Musk, aperta dalla Commissione europea

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La Commissione europea ha annunciato l’apertura di una procedura legale contro la piattaforma X, detenuta da Elon Musk.

IL SOCIAL NETWORK SOTTO ACCUSA

Il social network potrebbe aver violato le regole del Digital Services Act, il quadro regolatorio delle piattaforme digitali, per quanto riguarda la gestione del rischi, la moderazione dei contenuti, la trasparenza della pubblicità, l’accesso ai dati per i ricercatori e i cosiddetti “dark patterns”, cioè quei meccanismi che inducono l’utente a cliccare dove la piattaforma vuole.

Sulla base dell’indagine preliminare condotta finora, la Commissione ha deciso di avviare la prima procedura formale di infrazione ai sensi della legge sui servizi digitali.

MISURE TEMPORANEE IN ARRIVO

Mentre continuerà a raccogliere prove sul caso, l’esecutivo comunitario potrà ora prendere ulteriori misure temporanee nei confronti della piattaforma. Secondo il Digital Services Act, non è prevista nessuna scadenza temporale per portare a termine la procedura legale.

QUATTRO POTENZIALI VIOLAZIONI

I settori su cui verterà l’indagine sono:
– La diffusione di contenuti illegali, comprese le misure adottate per identificare e rimuovere rapidamente i contenuti illegali e consentire agli utenti di segnalarli.
– La manipolazione informativa, comprese le cosiddette “community note”, segnalazioni sui post che potrebbero includere false informazioni.
– La trasparenza, compresa la ncessità di fornire ai ricercatori un accesso adeguato ai dati accessibili al pubblico di X, tra cui gli annunci a pagamento.
– Il design ingannevole dell’interfaccia, in particolare come il cosiddetto “segno di spunta blu”, le cosiddette spunte blu, cioè i simboli che certificano gli account verificati e che al momento si possono ottenere dietro pagamento da parte dell’utente.

SOSPETTI SU X

I sospetti su X sono aumentati dopo il 7 ottobre, quando foto e video espliciti dell’incursione di Hamas in Israele hanno inondato le piattaforme dei social media, incluso X.

Secondo uno studio di News Guard, sono stati proprio i cosiddetti “utenti verificati” di X a pubblicare la maggior parte delle informazioni virali sulla guerra tra Israele e Hamas.

LE CONSEGUENZE DELLE ACCUSE

Le accuse secondo cui post antisemiti e islamofobici apparivano insieme ai contenuti promossi dai marchi, così come la controversa approvazione di un post antisemita da parte del proprietario miliardario Elon Musk, hanno portato a un esodo di aziende dai servizi pubblicitari di X, inclusa Apple, Disney e IBM. La stessa Commissione Europea ha sospeso la pubblicità sulla piattaforma.

L’INIZIATIVA DI MUSK

Da allora Musk ha provato a contrastare le critiche visitando i luoghi dell’attacco di Hamas in Israele e impegnando tutti i ricavi pubblicitari e degli abbonamenti associati alla guerra agli ospedali israeliani e di Gaza.

Tra l’incredulità di molti, la procedura legale nei confronti di X detenuta da Musk è ormai ufficiale e segnerà una svolta nel rapporto tra piattaforme digitali e normativa comunitaria. Resta da vedere quali saranno le reazioni e le contromosse messe in atto da Musk e il futuro della piattaforma.

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