Partigiani ucraini sabotano linea ferroviaria russa vicino a Mosca

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IL MOVIMENTO DI RESISTENZA DELLA CRIMEA ‘ATESH’ SABOTA LE FORNITURE MILITARI DEL REGIME DI PUTIN

Rimane sempre alta la tensione tra la Russia e gli altri Paesi Occidentali. La presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen ha affermato che Putin è ricercato per crimini di guerra e dovrà affrontare la giustizia e c’è un’aula di tribunale all’Aia che lo aspetta. Intanto non si placa l’offensiva di Mosca che mercoledì ha scagliato le sue forze sulla città di Odessa. L’attacco è avvenuto durante la visita in città di Volodymyr Zelensky e del primo ministro greco Kyriakos Mitsotakis. Il bilancio è di cinque morti.

IL GRUPPO DI PARTIGIANI UCRAINI ‘ATESH’ ENTRA IN AZIONE

Eppure c’è chi cerca di rovesciare i piani di Vladimir Putin, anche all’interno dei confini russi. Il gruppo di partigiani ucraini del movimento di resistenza della Crimea ‘Atesh’ riferiscono di avere sabotato una struttura ferroviaria vicino alla stazione russa di Holovkovo nel distretto di Solnechnogorsk, nella regione di Mosca. Lo riporta la testata Rbc Ucraina, citando il canale Telegram del gruppo stesso, secondo cui con questa azione è stato reso difficile l’utilizzo della linea ferroviaria intorno alla Capitale, che è utilizzata per scopi militari. “Il nostro obiettivo è fermare le forniture militari del regime di Putin al fronte. Si può fare”, hanno aggiunto i rappresentanti delle Forze di Resistenza.

LA REAZIONE DEL GOVERNO RUSSO

Non appena è trapelata la notizia del sabotaggio operato dal movimento ‘Atesh’, il governo russo ha risposto duramente dichiarando che si tratta di atti criminali e che si adopererà per individuare e punire i responsabili. Il ministro degli Interni Vladimir Kolokoltsev ha annunciato l’apertura di un’indagine approfondita per portare alla luce le dinamiche dietro questo attacco contro le infrastrutture critiche del paese.

LA SOLIDARIETÀ INTERNAZIONALE

L’azione di resistenza della Crimea ‘Atesh’ ha suscitato reazioni contrastanti a livello internazionale. Mentre alcuni Paesi occidentali hanno elogiato l’impeto dei partigiani ucraini nel contrastare l’espansione militare russa, altri si sono espressi con cautela sottolineando la necessità di trovare una soluzione diplomatica alla crisi in corso. Ursula von der Leyen ha ribadito la condanna per i crimini di guerra commessi dal regime di Putin, ma ha anche sottolineato l’importanza di evitare un escalation militare che potrebbe avere ripercussioni devastanti per l’intera regione.

IL FUTURO DELLA RESISTENZA UCRANA

Il movimento ‘Atesh’ rappresenta solo una delle molteplici realtà di resistenza che si oppongono al regime di Putin in Crimea. La determinazione dei partigiani ucraini dimostra che la lotta per la libertà e l’indipendenza è viva e vegeta nonostante le pesanti minacce e la dura repressione da parte delle forze russe. Resta da vedere quale sarà il futuro di questo movimento e se riuscirà a ottenere il sostegno necessario per contrastare con successo le forniture militari del regime di Putin al fronte.

In conclusione, l’azione della Crimea ‘Atesh’ rappresenta un importante segnale di resistenza e ribellione contro un regime autoritario che continua a minacciare la stabilità e la pace nella regione. Mentre il conflitto tra Russia e Ucraina si protrae con conseguenze sempre più gravi, la speranza risiede nell’unità e nella determinazione delle forze che si oppongono a un’aggressione militare che mette a rischio la stabilità dell’intero continente europeo.

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