Omicidio a San Gavino: donna di 77 anni picchiata e strangolata in casa, figlio fermato

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**IL DELITTO**

Una donna di 77 anni, Maria Atzeni, è stata trovata morta nella serata di ieri, 24 febbraio, in casa a San Gavino, nel Sud della Sardegna. Secondo le prime indagini, la vittima sarebbe stata vittima di percosse e strangolata. Il figlio 43enne della donna, Simone Uras, è stato fermato e accusato di omicidio volontario. L’uomo, che soffre di problemi psichiatrici, è stato rintracciato e arrestato dai Carabinieri mentre girovagava in auto a Pabillonis, a una decina di chilometri da San Gavino.

**LA DINAMICA DEL CRIMINE**

La lite che avrebbe portato al tragico epilogo sarebbe scoppiata per motivi futili e si sarebbe trasformata in un violento episodio che ha visto coinvolta l’anziana Maria Atzeni. Il figlio, Simone Uras, avrebbe colpito ripetutamente la madre fino a strangolarla, lasciando evidenti segni di percosse sul corpo della donna. Il delitto ha scosso la piccola comunità di San Gavino, lasciando sgomenti parenti, amici e vicini di casa.

**L’AUTOPSIA E LE INDAGINI**

Il corpo di Maria Atzeni è stato trasferito all’istituto di medicina legale del Policlinico di Monserrato per l’autopsia, che permetterà di stabilire con precisione le cause del decesso e confermare le ipotesi degli inquirenti. Simone Uras è stato interrogato dalle autorità fino a notte fonda, nella speranza di far luce sull’accaduto e giungere a una piena comprensione dei fatti.

**IL FUTURO DELLA FAMIGLIA**

La tragica morte di Maria Atzeni lascia un vuoto incolmabile nella famiglia e nella comunità di San Gavino. I parenti e gli amici della donna si trovano ora a fare i conti con il dolore e la rabbia per un crimine così crudele e insensato. L’arresto del figlio, accusato dell’omicidio, getta ombre su un futuro segnato dal lutto e dalla tragedia.

**CONCLUSIONE**

Il caso di Maria Atzeni e del suo figlio Simone Uras getta una luce sinistra sulla realtà di tanti drammi familiari che si consumano dietro le porte delle nostre case. La violenza domestica, purtroppo, resta un problema diffuso e silenzioso che deve essere affrontato con determinazione e coraggio. La speranza è che da questa tragedia possa nascere una maggiore consapevolezza e attenzione verso le fragilità e le tensioni che possono annidarsi all’interno delle famiglie, per evitare che nuove storie di dolore possano ripetersi.

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