“Navalny ucciso: la Russia diventa dittatura e guerra”

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OMICIDIO DI NAVALNY: IL PUNTO DI SVOLTA PER LA STORIA DELLA RUSSIA

Intervista al direttore di Novaya Gazeta, Kirill Martinov

Il direttore di Novaya Gazeta, Kirill Martinov, ha concesso un’intervista esclusiva a noi di Fanpage.it, in cui ha espresso la sua opinione sulla morte di Alexey Navalny. Secondo Martinov, si tratta chiaramente di un assassinio politico, che segna un punto di svolta per la storia contemporanea della Russia. “Probabilmente l’unica persona in Russia che ha avuto una sua carriera politica negli ultimi 15 anni”, ha dichiarato Martinov riferendosi a Navalny, sottolineando il suo ruolo di oppositore del presidente Putin e il suo impegno per una protesta pacifica contro la dittatura e la guerra.

IL RUOLO DI PUTIN: DITTATURA E GUERRA PER SEMPRE

Secondo Martinov, l’omicidio di Navalny è un chiaro messaggio da parte di Putin, che mette in evidenza l’assenza di alternative alla dittatura e alla guerra in Russia. Martinov sostiene che la morte di Navalny segna la fine di ogni normalizzazione e la conferma dell’eterna presenza della dittatura e della guerra nel Paese. Questo evento rappresenta un passo avanti nel terrore contro la popolazione russa che desidera una vita normale, e potrebbe portare ad un aumento della violenza e della repressione da parte del regime di Putin.

LA REAZIONE DELL’EUROPA E LA MINACCIA DI UNA NUOVA GUERRA FREDDA

Martinov ritiene che l’Europa debba prepararsi ad affrontare una guerra e che il potere di Putin non sarà fermato se non con la forza. Il direttore di Novaya Gazeta mette in dubbio la prontezza dell’Europa a fronteggiare questa minaccia e sottolinea la necessità di un maggiore impegno nella difesa contro l’invasione russa. Inoltre, Martinov evidenzia il potenziale rischio di una nuova divisione dell’Europa, simile a quanto accaduto nel 20° secolo, che potrebbe portare ad un’enorme escalation di violenza nelle regioni controllate da Putin e dai suoi alleati.

LA REAZIONE DEL REGIME RUSSO E LA POSSIBILE MOBILITAZIONE POPOLARE

Per quanto riguarda la reazione del regime russo, Martinov rileva l’atteggiamento sufficente e arrogante delle autorità, che sembrano non prendere sul serio la morte di Navalny. Tuttavia, il direttore afferma che potrebbe esserci una reazione popolare, nonostante la repressione del regime e la mancanza di sostegno per Navalny da parte di molti russi. Martinov indica che la società russa potrebbe ancora reagire in qualche modo e che persino funzionari di stato potrebbero cominciare ad avere paura per il loro futuro.

LA STRATEGIA DI PUTIN E IL PERICOLO PER I PRIGIONIERI POLITICI

Infine, Martinov commenta sulla strategia di Putin, suggerendo che l’intervista concessa all’ex anchor di Fox News, Tucker Carlson, possa essere un messaggio politico indirizzato a Putin. Inoltre, Martinov esprime preoccupazione per il rischio che corrono i prigionieri politici nelle carceri russe, evidenziando il potere di Putin nel decidere sulle vite delle persone nel Paese.

CONCLUSIONE

In conclusione, l’omicidio di Alexey Navalny segna un punto di svolta per la storia contemporanea della Russia, evidenziando il potere assoluto di Putin e la sua determinazione a imporre la dittatura e la guerra nel Paese. La reazione dell’Europa e del mondo occidentale diventa cruciale per fronteggiare questa minaccia e proteggere i diritti umani e la democrazia. La morte di Navalny rappresenta un grave avvertimento su ciò che potrebbe accadere nel futuro e sulla necessità di una risposta concreta e decisa da parte della comunità internazionale.

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