La madre di Alexei Navalny, Lyudmila Navalnaya, si trova di fronte a un difficile ultimatum da parte di un investigatore. Dopo la morte del figlio, è stata messa di fronte alla scelta tra accettare un funerale segreto senza possibilità di un addio pubblico entro tre ore o permettere che Alexei venga sepolto direttamente nella colonia. Questa notizia è stata confermata dalla portavoce del dissidente, Kira Yarmish, che ha riferito la situazione ai media.
STRATEGIA DI PRESSIONE
La decisione di porre Lyudmila Navalnaya di fronte a questa scelta estrema sembra essere una strategia di pressione nei confronti della famiglia di Navalny. Con il rifiuto della madre di accettare un funerale segreto, si è aperta una situazione di stallo che pone in discussione il rispetto per le normative vigenti in materia di sepoltura e cerimonie funebri.
RISPETTO PER I DIRITTI DELLA FAMIGLIA
La portavoce del dissidente, Kira Yarmish, ha evidenziato la posizione della madre di Alexei Navalny, sottolineando che non ha l’autorità per decidere come e dove seppellire suo figlio. Lyudmila Navalnaya chiede il rispetto per la legge che impone agli investigatori di consegnare il corpo entro due giorni dall’accertamento delle cause della morte. Il termine di due giorni scadrà domani e la madre insiste affinché le autorità permettano che il funerale e la cerimonia commemorativa si svolgano secondo le usanze.
DENUNCIA DELLA SITUAZIONE
La denuncia della situazione da parte della portavoce del dissidente e la pubblicizzazione di questo ultimatum hanno attirato l’attenzione sulla questione del rispetto per i diritti della famiglia di Alexei Navalny. La pressione esercitata attraverso un’alternativa così drastica mette in discussione i principi di umanità e di rispetto per la dignità del defunto e dei suoi familiari.
CONCLUSIONE
La vicenda della madre di Alexei Navalny e dell’ultimatum ricevuto rappresenta un ulteriore capitolo nella complessa e controversa vicenda legata al dissidente russo. La pressione esercitata sulle persone vicine a Navalny sembra essere parte di una strategia per limitare il riscontro pubblico e impedire manifestazioni di solidarietà nei confronti del defunto. Resta da vedere come si evolverà la situazione e se le autorità rispetteranno i diritti della famiglia nel momento del lutto e dell’addio a un caro.