IL MATRIMONIO COMBINATO: UN MITO SFATATO
L’omicidio di Saman Abbas, la giovane diciottenne uccisa dai suoi stessi familiari a Novellara tre anni fa, sembra avere molto poco a che fare con il rifiuto del matrimonio combinato in Pakistan. È quanto emerge dalle oltre 600 pagine di motivazioni della sentenza di condanna dei genitori e dello zio della ragazza emessa dai giudici togati di Reggio Emilia Cristina Beretti e Laura Caputo.
UN DELITTO IMPROVVISATO
Secondo quanto riportato nella sentenza, l’omicidio di Saman non sarebbe stato pianificato nel tempo né sarebbe stato una punizione per essersi opposta al matrimonio combinato. Si tratta piuttosto di un crimine che si è consumato in poche ore, in una serata di tre anni fa, a seguito della scoperta che la giovane voleva fuggire di casa con il suo fidanzato.
L’OMICIDIO PER TIMORE DELLA FUGA
I giudici ritengono che Saman sia stata uccisa per il timore che potesse scappare di nuovo. La decisione di compiere l’omicidio sarebbe stata presa la sera stessa del delitto, in maniera estemporanea. Inoltre, l’eventuale matrimonio combinato non sembra avere avuto un ruolo determinante nella vicenda.
LA FUGA DEI GENITORI E IL RUOLO DELLA MADRE
La partenza dei genitori per il Pakistan non viene considerata una fuga secondo i giudici, che non credono che abbiano tentato di sfuggire alle conseguenze del delitto. Inoltre, non si esclude che sia stata la madre a compiere materialmente l’omicidio, sebbene tutti e tre gli imputati siano ritenuti pienamente coinvolti nell’assassinio.
IL MITO DEL MATRIMONIO COMBINATO
La narrazione dell’omicidio legato al rifiuto del matrimonio combinato in Pakistan sembra essere stata smentita dalle indagini giudiziarie. Non vi è traccia di prove concrete che dimostrino l’effettiva intenzione della giovane di opporsi a questo tipo di unione.
LA VITA SPEZZATA DI SAMAN
La sentenza non risparmia critiche alla ricostruzione dell’accusa e ai media, sottolineando che la vita di Saman è stata segnata da affetti falsi e manipolatori. La giovane è stata vittima di una solitudine che lascia sconcertati e il suo tragico destino rappresenta un monito contro la violenza familiare.
In conclusione, le motivazioni della sentenza rivelano un quadro complesso e sfaccettato della vicenda di Saman Abbas, mettendo in luce la complessità delle relazioni familiari e le dinamiche che hanno portato a un omicidio così drammatico.