L’Organizzazione Mondiale della Sanità è profondamente preoccupata per un possibile attacco a Rafah, nella Striscia di Gaza. Tedros Adhanom Ghebreyesus, direttore dell’OMS, ha lanciato un appello per evitare un bagno di sangue e proteggere un sistema sanitario già fragile. L’attacco potrebbe mettere a rischio la vita di più di 1,2 milioni di persone che hanno trovato rifugio a Rafah, e potrebbe aggravare ulteriormente la crisi umanitaria nella regione.
L’Ocha, l’Ufficio delle Nazioni Unite per gli affari umanitari, ha sottolineato che centinaia di migliaia di vite umane sono a rischio in caso di attacco a Rafah. La città è diventata un importante centro umanitario per la distribuzione degli aiuti a Gaza e ospita molti sfollati palestinesi. Jens Laerke, portavoce dell’Ocha, ha dichiarato che un attacco metterebbe in pericolo non solo la popolazione locale, ma anche il personale umanitario e gli operatori sanitari che operano nella zona.
Il direttore dell’OMS ha ribadito la necessità di proteggere i civili e i servizi sanitari in una zona già martoriata dalla guerra. Gli appelli delle Nazioni Unite sono rivolti a Israele affinché eviti qualsiasi azione che possa mettere a rischio la vita delle persone e peggiorare le condizioni umanitarie nella regione.
La comunità internazionale è chiamata a intervenire per evitare una catastrofe umanitaria a Rafah e garantire la protezione dei civili. La situazione è estremamente delicata e richiede risposte immediate e concrete per evitare un ulteriore deterioramento della situazione.