L’esercito israeliano ordina l’evacuazione dei cittadini palestinesi di Rafah.

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USA BLOCCANO UN INVI0 DI ARMI A TEL AVIV

La guerra in Medio Oriente tra Israele e Hamas giunge al giorno 213. Si è concluso al Cairo l’ultimo round di colloqui per un cessate il fuoco, ma l’attesa svolta al momento non c’è.

NETANYAHU: “ATTACCO 7 OTTOBRE DI HAMAS È COME OLOCAUSTO”

“L’attacco terroristico” del 7 ottobre “non è stato un Olocausto, ma non perché l’intenzione fosse diversa; è la stessa. Hamas è guidato dagli stessi obiettivi dei nazisti”. Lo ha detto il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu durante la cerimonia di commemorazione dell’Olocausto (Yom Hashoah) a Yad Vashem, secondo quanto riporta Haaretz. Riferendosi agli ostaggi, ha detto che “dobbiamo salvare tutti da questo oscuro abisso della prigionia di Hamas, sia vivi che morti”. Netanyahu ha affermato: “Siamo impegnati a porre fine a questa minaccia continua. Combatteremo contro i mostri di Hamas finché l’organizzazione non sarà sradicata. Dico mostri non solo per i loro atti atroci, ma perché se ne compiacciono. I nostri soldati hanno trovato una copia del Mein Kampf e un tablet con uno screensaver di Hitler in una casa di Gaza”. “A differenza dell’Olocausto, oggi il popolo ebraico ha una propria forza di difesa. Dopo il massacro del 7 ottobre, siamo entrati in una guerra che, con l’aiuto di Dio, si concluderà con una vittoria assoluta”, ha aggiunto il primo ministro.

DELEGAZIONE HAMAS TORNERÀ AL CAIRO MARTEDÌ

La delegazione di Hamas ha lasciato Il Cairo domenica sera per consultazioni e tornerà dopodomani, martedì, per i negoziati. Lo riferisce l’emittente egiziana Al-Qahera, citando una fonte informata.

USA BLOCCANO UNA SPEDIZIONE DI MUNIZIONI A ISRAELE

La scorsa settimana l’amministrazione Biden ha bloccato una spedizione di munizioni di fabbricazione statunitense a Israele. Lo riferisce Axios, citando due funzionari israeliani. Axios sottolinea che è la prima volta dall’attacco del 7 ottobre che gli Stati Uniti bloccano una spedizione di armi destinata all’esercito israeliano. L’incidente, riferisce inoltre Axios, ha sollevato serie preoccupazioni all’interno del governo israeliano e ha spinto i funzionari a cercare di capire perché il carico sia stato trattenuto.

ESERCITO ISRAELIANO INVITA PALESTINESI EVACUARE RAFAH EST

L’esercito israeliano ha iniziato a chiedere ai palestinesi di evacuare i quartieri orientali di Rafah, quelli vicini al confine israeliano, in vista di un’offensiva pianificata nell’area meridionale della Striscia di Gaza. Lo riporta Times of Israel. I civili sono stati chiamati a spostarsi in una zona umanitaria ampliata nelle aree di al-Mawasi e Khan Younis.

Le forze militari israeliane (IDF) stanno iniziando a lanciare volantini nella parte orientale di Rafah, inviare messaggi di testo e telefonare ai palestinesi con istruzioni sulle zone che devono essere evacuate e quali percorsi prendere per raggiungere una zona umanitaria designata. L’ordine di evacuazione si applica per ora solo ad alcuni quartieri orientali di Rafah e non all’intera città nel sud di Gaza. IDF pubblica anche una mappa che mostra le zone. I militari in un comunicato affermano che “in accordo con l’approvazione del livello politico, l’IDF invita la popolazione, che è sotto il controllo di Hamas, ad evacuare temporaneamente dai quartieri orientali di Rafah verso la zona umanitaria ampliata”. “Questa questione progredirà gradualmente, secondo una valutazione continua della situazione”, afferma. La zona umanitaria ampliata nelle aree di al-Mawasi e Khan Younis comprende ospedali da campo e tendopoli per i palestinesi sfollati, con l’IDF che afferma che “c’è stata un’ondata di aiuti umanitari diretti a Gaza” di recente. L’esercito afferma che cercherà di mantenere la fornitura di aiuti umanitari allo stesso livello nonostante la chiusura del valico. Altri valichi rimarranno aperti, mentre continuano i lavori per la costruzione del molo galleggiante americano nel centro di Gaza. “L’IDF continuerà a perseguire Hamas ovunque a Gaza finché tutti gli ostaggi che tengono prigionieri non saranno tornati a casa”, aggiunge.

In conclusione, la situazione in Medio Oriente resta tesa e non mostra segni di risoluzione imminente. Le trattative di pace sono sospese e l’escalation della violenza continua a mettere a rischio la vita dei civili in entrambi i fronti del conflitto.

*Articolo redatto da LaPresse*

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