L’amaro pareggio dell’Italia contro la Francia nel Sei Nazioni: Garbisi sfiora la leggenda – Fanpage

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ITALIA STORICA A META’ ESAME

L’Italia ha colto uno storico pareggio in casa della Francia nel Sei Nazioni, ma all’ultimo secondo è sfumato un successo che sarebbe stato leggendario: la sorte ha girato le spalle a Paolo Garbisi nel momento di calciare il piazzato della vittoria a tempo scaduto.

LA DELUSIONE DI GARBISI E LA RESPONSABILITA’

La responsabilità della mancata vittoria è tutta mia“, non si dà pace Paolo Garbisi per aver mancato a tempo scaduto di Italia-Francia di rugby un calcio di punizione da posizione favorevole che avrebbe dato alla nazionale azzurra uno storico successo in terra transalpina nel Sei Nazioni. È arrivato un pareggio altrettanto storico (finora nel torneo la Francia era 12-0 nei nostri confronti con uno scarto medio di 19 punti, la quota della vigilia era 1,02 per i padroni di casa), ma resta l’amaro in bocca per un successo che sembrava fatto quando l’arbitro del match ha fischiato il piazzato per noi. Ci si è messa anche la sfortuna, visto che il pallone posto sul classico supporto è caduto proprio poco prima che Garbisi calciasse, con conseguenze disastrose dovute anche ad un recente cambio di regolamento.

LA RIMONTA AZZURRA

Riavvolgiamo il nastro di quei palpitanti ultimi istanti a Lille: l’Italia ha rimontato lo svantaggio di 3-13 grazie a un calcio proprio di Garbisi e poi alla meta di Capuozzo e alla successiva trasformazione di Paolo, approfittando anche della superiorità numerica di tutto il secondo tempo per l’espulsione di Danty all’ultimo minuto della prima frazione. Mancano dieci minuti e sul 13-13 la Francia spinge, mentre l’Italia cerca di portare a casa lo storico pari. Tutto cambia quando poco dopo l’80’ l’arbitro concede un piazzato agli azzurri: la posizione sembra fattibile, in panchina quasi si esulta già.

LA MALASORTE E IL PALO DRAMMATICO

Ed è lì che arriva la malasorte per l’Italia, è il telecronista francese che se ne accorge: “Le ballon est tombée!“, urla in diretta, ovvero “il pallone è caduto!“, presagendo cosa sarebbe poi successo. Il problema a quel punto era il cronometro: dall’1 gennaio è entrato in vigore infatti lo ‘shot clock’. Una misura per evitare le perdite di tempo: il calciatore ha 60 secondi di tempo dal momento in cui il capitano ha indicato all’arbitro la decisione di piazzare e non di giocare alla mano (Regola 8.21). I 60 secondi sono tassativi e non si stoppano o riazzerano se il pallone cade dal supporto e deve essere riposizionato.

Mancavano solo una quindicina di secondi allo scadere del cronometro quando l’ovale si è spostato dal conetto: a quel punto Garbisi ha cercato di rimediare velocemente, correndo a ricollocarlo e poi tornando indietro, ma tutta la sua routine per trovare la concentrazione prima del calcio è ovviamente saltata. Il 23enne mediano d’apertura del Tolone ha avuto appena il tempo di tornare sui suoi passi e calciare a 3 secondi dallo scadere dello ‘shot clock’, cogliendo il clamoroso palo dopo il quale l’arbitro ha fischiato la fine del match, tra i rimpianti e le mani nei capelli di Paolo e di qualche altro azzurro.

GARBISI INCONSOLABILE E LA PROMESSA FUTURA

Inconsolabile Garbisi dopo la gara: “Mancavano pochi secondi, il pallone è caduto, ho dovuto fare in fretta, ma fa parte del mio lavoro e non c’è nessuna scusa, avrei solo dovuto metterlo dentro – spiega alla Gazzetta dello Sport – Mi dispiace, perché la squadra è stata fantastica e quindi la responsabilità della mancata vittoria è tutta mia. Siamo stati a un palo da uno storico successo. Ripeto: mi spiace. Per i ragazzi e per i nostri tifosi.

Resta comunque un’impresa, che inorgoglisce il nuovo Ct azzurro, l’argentino Gonzalo Quesada: “Certo c’è rammarico. Ma questo risultato non è un miracolo, è frutto del lavoro fatto da tutta la squadra. Rispetto alle sfide a Inghilterra e Irlanda ho ammirato un’altra Italia. Il piazzato di Garbisi? Non l’ho visto, stavo facendo le scale verso gli spogliatoi…“.

Adesso ci aspetta la sfida con la Scozia sabato 9 marzo all’Olimpico, per la quale c’è già il tutto esaurito: la giovane Italia, che ha l’età più bassa del Sei Nazioni, promette di non volersi fermare qua.

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