“La ‘spy-story’ della spia al Torino sconfitto: Juric resta una sfinge”

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**LA SCOMMESSA FALLITA**

La ‘spy-story’ che aveva accompagnato la vigilia della partita di campionato all’Olimpico contro la Roma è entrata nel corredo accessorio della sconfitta del Torino nel posticipo (3-2). Molto rumore per nulla: quando Paulo Dybala estrae dal cilindro numeri da illusionista e da mago del pallone, puoi nulla. E le reti segnate (compreso il rigore) hanno spazzato via anche tutti l’armamentario da ‘agente segreto’ mandato lì, vestito di nero, con tanto di binocolo, taccuino e quant’altro gli potesse servire per fare rapporto dettagliato, svolgere il ‘lavoro sporco’.

**UNA DELAZIONE IMPROBABILE**

Non sono bastate nemmeno le delazioni dell’infiltrato speciale che credeva d’essere al riparo dietro un albero, camuffato in mezzo alle foglie e al panorama, travestito da insospettabile che nessuno noterebbe. Pizzicato da una volante delle forze dell’ordine, è stato colto con le mani nel sacco. Anzi, sul cannocchiale… l’imbarazzo generato è stato grande, pari alla brutta figura. Un espediente del genere lo aveva escogitato Oronzo Canà che, sotto le mentite spoglie di un giardiniere, osserva da vicino gli avversari ma L’allenatore nel Pallone è solo un film. Quanto accaduto domenica a Trigoria (centro sportivo dei giallorossi) è stato reale.

**LA CONFERENZA STAMPA E LA DOMANDA IMPROVVISA**

L’argomento è stato oggetto di domanda in conferenza stampa. In tv nessuno aveva chiesto a Ivan Juric di commentare quella vicenda, i ragionamenti e le riflessioni era rimaste sulle cose di campo ‘effettive’, evitando qualsiasi riferimento a quel trucchetto vecchia maniera che sa tanto d’investigatore privato all’insegna del “io so, che tu sai, che io so”. La questione è stata sollevata lontano dalle telecamere e la domanda inizialmente ha spiazzato il tecnico dei granata. La sua reazione è stata tanto lucida quanto glaciale: “Prima devo vedere cosa sia successo, non ho niente da rispondere”. Una sfinge.

**IL SILENZIO DEI PROTAGONISTI**

Lo stesso Daniele De Rossi ha preferito non andare oltre. Quando gli hanno chiesto cosa ne pensasse ha tagliato corto: “Per il rapporto che ho con Juric e Cairo e per il rispetto che ho per il Torino vorrei parlare di altro”. Ma chi era la spia? Un piccolo striscione esposto dai tifosi della Roma ha giocato sul nome dell’infiltrato (“Orecchio spione”) la cui identità è stata svelata subito: si tratta di Michele Orecchio, un assistente tecnico che non figura nell’organico ufficiale dei granata e agisce come una sorta di consulente esterno incaricato di redigere i report sugli avversari.

**CONCLUSIONE: LA FINE DI UNA STORIA CHE NON HA MESSO IN DIFFICOLTA’ NE’ TORINO, NE’ ROMA**

In conclusione, la ‘spy-story’ che ha animato la vigilia della partita si è rivelata essere una bolla d’aria, destinata a scoppiare senza arrecare danni né al Torino né alla Roma. L’episodio, seppur curioso, è stato sopraffatto dalla prestazione di Dybala e dal risultato finale del match. Resta solo il sapore amaro della sconfitta per il Torino e la scia di imbarazzo generata dalla fallita missione dell'”agente segreto”. Che la prossima volta si limiti a seguire il gioco dalla tribuna, senza trucchi dietro le quinte.

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