SVEN-GORAN ERIKSSON E LA SUA DIGNITÀ DI FRONTE AL TUMORE TERMINALE
Quando il pallone non fa più la differenza
LE IENE SCOPRONO IL DRAMMA DEL TECNICO SVEDESE
Sven-Goran Eriksson, ex tecnico di gran pregio nel panorama calcistico internazionale, è attualmente di fronte a una delle più grandi sfide della sua vita. Le telecamere de ‘Le Iene’ lo hanno raggiunto nella sua abitazione svedese per fargli arrivare un videomessaggio dei suoi ex calciatori e hanno mostrato il mondo intero l’atteggiamento di grande dignità che sta dimostrando di fronte a un tumore terminale diagnosticato nello stato più avanzato di evoluzione e la cui operabilità è purtroppo esclusa.
UNA MALATTIA IMPIETOSA CHE NON LO FERMA
Nonostante il tumore dal pancreas si sia già diffuso ad altri organi, come i fegati e i polmoni, Sven-Goran Eriksson mostra una sorprendente forza di volontà e una filosofia di vita straordinaria. “Se tu pensi a questo tumore tutti i giorni, tutti i minuti, tu diventerai matto. Io non ci penso molto e funziona. Io voglio continuare a vivere più a lungo possibile, ma non voglio vivere in una miseria mentale. Assolutamente no”. Con queste parole il 75enne tecnico scandinavo dimostra la sua determinazione e la sua voglia di vivere serenamente anche di fronte a un destino così crudele.
LA DIAGNOSI IMPROVVISA CHE HA CAMBIATO LA SUA VITA
Svennis, come è affettuosamente chiamato, racconta di aver appreso la notizia inaspettatamente, senza alcun segnale di allarme da parte della sua salute. L’aggravarsi della patologia l’ha costretto a ridurre notevolmente le sue attività, interrompendo l’incarico da direttore sportivo del IF Karlstad Fotboll, club che milita nella terza serie svedese. “Adesso faccio poco, da quasi un anno”, spiega Eriksson. “Non posso fare questo. Devo fare controlli ogni due settimane per vedere se il tumore peggiora o no. Fino adesso va bene”.
UNA SERENITÀ CHE SORPRENDE TUTTI
Nonostante la malattia che lo attanaglia, Sven-Goran Eriksson appare sereno, lontano da un atteggiamento di rassegnazione e angoscia. “La vita è bella, il calore che ho ricevuto è stato molto bello. Io sono fortunato, ho avuto un lavoro che mi piaceva, mi sento felice. Guardo ancora calcio in TV, quattro o cinque partite sabato e domenica. Viene qua anche mio papà, che sta per compiere 95 anni”. Queste parole dimostrano il grande amore che lui stesso prova per la vita, nonostante la tragedia che lo sta affrontando.
LA PAROLA DEL TECNICO: UNA FILSOSFIA DI VITA E UN MESSAGGIO PER TUTTI
Eriksson si definisce anche un uomo credente, ma spera che ci sia qualcosa lassù. “Cosa mi ha insegnato questa malattia? Non dare per scontato che la vita sia sempre meravigliosa. Bisognerebbe essere preparati alle sconfitte, nel calcio come nella vita. Ma non siamo arrivati ancora al novantesimo minuto. Come vorrei essere ricordato? Come uno che ha tentato di educare giocatori, figli. Bravino come allenatore, un uomo perbene”. Con queste parole il tecnico svedese fa trasparire tutto il suo senso di umanità e la sua positività, offrendo un esempio coraggioso a tutti coloro che stanno lottando contro la malattia.