La Bundesliga cede agli ultrà: no a nuovi investitori, perdite per 1 miliardo di euro

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La Federcalcio tedesca non ha concluso l’accordo commerciale con nuovi investitori pronti a rivedere i calendari della Bundesliga in mase a esclusive esigenze TV e commerciali. Le proteste dei tifosi nelle ultime settimane, che hanno causato diverse interruzioni di gare, hanno avuto la meglio: “Di fronte a queste situazioni, non c’era possibilità per proseguire”.

La Bundesliga cede alle proteste degli ultrà, nessun nuovo investitore: perdite per 1 miliardo di euro

Dopo settimane di proteste da parte di tutte le curve dei club di Bundesliga e dei campionati minori in Germania, la Federcalcio tedesca ha gettato la spugna e ha ceduto agli ultrà. Per evitare ulteriori interruzioni ed esacerbare ulteriormente il clima già torrido con le tifoserie, nel pomeriggio di mercoledì 21 febbraio, durante la riunione straordinaria tenutasi a Francoforte, il Presidium della DFL ha deciso all’unanimità di non proseguire il processo di conclusione di una partnership esterna che avrebbe immesso nuovi fondi per la gestione dei diritti tv e del marketing.

Le clamorose proteste dei giorni scorsi da parte degli ultras hanno così raggiunto l’obiettivo prefissato: far desistere i club dal “cedere” ad imprenditori esteri pronti ad arricchire il calcio tedesco con l’immissione di enormi quantità di denaro per gestirne diritti em di conseguenza, monopolizzandolo. Gli Ultras hanno così prevalso dopo settimane di proteste negli stadi dove ci sono state anche lunghe interruzioni del gioco: lanci dalle tribune di palline da tennis e monete di cioccolato sono stati gettati in campo insieme ad altri oggetti, tra cui macchinine telecomandate, che sono apparsi sui rettangoli verdi.

Il portavoce della DFL, Hans-Joachim Watzke ha confermato la marcia indietro nel concludere l’accordo già in atto con investitori stranieri: Considerati gli sviluppi attuali, una continuazione positiva del processo non sembra più possibile” ha spiegato ai media, di fatto cedendo alle proteste ultrà. “Anche se esiste un’ampia maggioranza a favore della necessità imprenditoriale di una partnership strategica, in questo momento il calcio professionistico tedesco si trova nel mezzo di una situazione complessa, che si svolge all’interno della federazione, ma generando enormi tensioni tra professionisti, allenatori, dirigenti, organi di vigilanza, assemblee generali e gruppi di tifoserie. E’ a rischio l’integrità di questo sport”.

Nel dicembre 2023, più di due terzi dei club membri della DFL avevano votato a favore dell’ingresso di nuovi investitori stranieri. L’accordo era stato anche raggiunto, economicamente rilevante per rilanciare il settore calcistico tedesco: per 20 anni avrebbero garantito un aumento dell’8% degli introiti dei media nei confronti dei club. In termini di soldi, tutto ciò avrebbe fruttato alle società una entrata enorme, compresa tra 900 milioni e un miliardo di euro.

Ma ai tifosi, questo accordo non è piaciuto e lo hanno osteggiato sin da subito, preoccupati di una nuova “manipolazione” dei calendari esclusivamente rivolti a esigenze imprenditoriali senza tener conto delle esigenze del pubblico fino all’ipotesi di vedere alcune partite di campionato giocate all’estero per esigenze di sponsorizzazione: il risultato è stata una costante massiccia protesta dilagante da parte dei tifosi e la resa da parte della Federcalcio.

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