Il pilota Kevin Magnussen è stato al centro dell’attenzione nel weekend del GP di Miami, dove ha subito ben 65 secondi di penalità e ha perso 5 punti sulla patente. Queste sanzioni rischiano ora di portarlo alla squalifica, una situazione critica che potrebbe compromettere la sua partecipazione alle prossime gare di Formula 1.
MAGNUSSEN E IL DUELLO (INUTILE) CON HAMILTON NELLA SPRINT RACE
Durante la gara Sprint, Magnussen si è trovato a lottare contro Lewis Hamilton in un duello agguerrito e spesso sopra le righe. Il pilota danese ha ricevuto ben sei penalità nel corso del weekend, tra cui 4 durante la Sprint Race. Queste sanzioni gli hanno comportato la perdita di tre punti sulla patente e 35 secondi di penalità complessivi. La sua condotta aggressiva ha evidenziato un comportamento antisportivo, mettendo in dubbio l’efficacia delle sanzioni imposte.
L’INCIDENTE TRA MAGNUSSEN E SARGEANT DURANTE IL GP DI MIAMI
Durante il Gran Premio di Miami, Magnussen è stato protagonista di un altro incidente controverso. Questa volta ha rovinato la gara di Logan Sargeant, spingendolo contro le barriere in un tentativo di sorpasso al limite della regola. L’azione ha provocato la distruzione della Williams e l’intervento della Safety Car in pista, oltre a una penalità di 10 secondi per il pilota danese, che ha visto aumentare ulteriormente i punti sulla sua patente.
MAGNUSSEN RISCHIA LA SQUALIFICA PER UN GP IN FORMULA 1
Con ben 10 punti di penalità sulla patente, Magnussen rischia ora la squalifica per una gara di Formula 1. Se dovesse subire un’altra sanzione a Imola, potrebbe essere costretto a saltare un turno di gara, una situazione rara nella storia del campionato. Solo due piloti, Grosjean e Michael Schumacher, hanno dovuto affrontare una squalifica in passato, ma senza il sistema dei punti sulla patente.
In conclusione, la situazione di Kevin Magnussen è delicata e richiede un approfondimento da parte delle autorità sportive. Il pilota dovrà essere più cauto nelle sue azioni in pista per evitare ulteriori sanzioni che potrebbero compromettere la sua carriera nella Formula 1.