ITALIANI STUFI DELLA TV E DELLO STREAMING: LE CAUSE DEL CALO DEGLI ASCOLTI
Il 28 dicembre 2023 รจ una data importante per l’industria dell’intrattenimento in Italia. I dati diffusi dall’Osservatorio sulle comunicazioni hanno rilevato un significativo calo sia della tv tradizionale che delle piattaforme di streaming, con conseguenti ripercussioni negative anche sui principali telegiornali nazionali.
CALO DEGLI ASCOLTI TV: UN’ANALISI DEI DATI AGCOM
Agcom ha rimarcato un calo negli ascolti medi giornalieri della tv tradizionale rispetto al periodo precedente, perdendo circa il 2,8% nella fascia dell’intera giornata e il 2,5% nella prima serata. Se confrontiamo questi dati con quelli del 2019, risulta un calo ancora piรน evidente, attestandosi al -11,0% nel prime time e al -10,4% nell’intero giorno.
Le principali testate giornalistiche televisive non sono state esenti dalla flessione. Tg1, Tg2, Tg3, Tg5 e Studio Aperto hanno tutti registrato una diminuzione degli spettatori, con percentuali che variano dal 2,7% al 11,4%. Anche il Tg La7 ha subito un calo del 4,6%.
IL CALO DEI PRINCIPALI TELEGIORNALI NAZIONALI
In particolare, i TG Rai in fascia serale hanno perso, in un anno, il 6,3% degli ascolti giornalieri, passando da 9,75 a 9,14 milioni di spettatori. Nel dettaglio, il Tg1 delle 20:00 ha registrato una flessione dell’8,0%, il Tg2 delle 20:30 dell’11,4% e il Tg3 delle 19:00 del 3,5%. Anche Mediaset ha subito un calo generale del 3,7%, con un calo dell’2,7% per il Tg5, del 6,4% per Studio Aperto e del 7,3% per il Tg4 delle 19:00.
LA FLESSIONE DELLO STREAMING: NETFLIX, PRIME, DISNEY+ E DAZN
Anche le piattaforme di streaming, come Netflix, Prime Video, Disney+ e Dazn, hanno registrato un calo nei numeri degli utenti e nel tempo trascorso sulle piattaforme a pagamento. I dati evidenziano che Netflix ha registrato un calo dell’1,7% negli utenti unici, mentre Prime Video ha registrato una lieve crescita dello 0,9%. Disney+ e Dazn hanno riscontrato una crescita dello 0,9% e un calo del 10,8% rispettivamente.
Il tempo trascorso sulle piattaforme a pagamento รจ diminuito in generale del 9,1%, con Netflix che passa da circa 291 milioni di ore nei primi nove mesi del 2022 a 272 milioni di ore nello stesso periodo del 2023 con un calo del 6,6%, Prime Video che passa da 52 milioni di ore a 40 milioni di ore con un calo del 23,2%, Disney+ che passa da 22 milioni a meno di 18 milioni di ore e Dazn da 8 milioni a 5 milioni di ore.
NUOVE TENDENZE: PERCHร GLI ITALIANI SONO STUFI
Il calo degli ascolti televisivi e del tempo trascorso sulle piattaforme di streaming ha portato a riflettere sulle nuove tendenze degli italiani in termini di consumo dei contenuti audiovisivi. Secondo alcuni esperti, questo calo potrebbe essere dovuto al crescente stallo dei contenuti proposti, alla saturazione degli annunci pubblicitari e all’aumento della competizione da parte di nuove forme di intrattenimento, come i podcast e la crescita di altre forme di audio digitali.
Inoltre, il cambiamento nelle abitudini di visione dei programmi televisivi e dei contenuti in streaming puรฒ essere attribuito anche all’avvento di nuove tecnologie e all’uso sempre piรน diffuso dei dispositivi mobili per l’accesso ai contenuti multimediali.
Si prevede che, di fronte a questa diminuzione degli ascolti, le emittenti televisive e le piattaforme di streaming dovranno rivedere le proprie strategie per adattarsi al cambiamento delle preferenze dei consumatori. Ci si aspetta un maggiore investimento in contenuti originali e un miglioramento dei servizi offerti, al fine di riconquistare l’attenzione del pubblico e rimanere competitivi in un mercato in continua evoluzione.
In conclusione, il calo degli ascolti televisivi e la diminuzione del tempo trascorso sulle piattaforme di streaming nel 2023 evidenziano un cambiamento significativo nelle abitudini di consumo dei contenuti audiovisivi degli italiani. Questa tendenza comporterร una serie di sfide e opportunitร per le emittenti televisive e le piattaforme di streaming, che dovranno adattarsi a un panorama in rapida evoluzione per rimanere rilevanti e competitive nel mercato dell’intrattenimento.