Israele vieta ingresso a funzionaria italiana ONU: “Distogliono l’attenzione dalla verità”

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CONFLITTO ISRAELO-PALESTINESE: ISRAELE VIETA INGRESSO A FUNZIONARIA ITALIANA ONU

Israele ha deciso di negare l’ingresso nel Paese alla relatrice ONU Francesca Albanese. La decisione è legata “alle sue oltraggiose affermazioni”. Il commento a Fanpage.it: “Contesto fermamente che l’origine e la causa principale dei crimini commessi contro civili israeliani sia l’antisemitismo. È un modo per deviare l’attenzione da quello che succede davvero nel Territorio Palestinese Occupato”.

REAZIONE DI FRANCESCA ALBANESE

Così Francesca Albanese, relatrice speciale dell’ONU per i diritti umani nei territori palestinesi, ha commentato la decisione di Israele di negarle l’ingresso nel Paese. Albanese ha spiegato che “l’attacco del 7 ottobre è stato rivendicato come un attacco nei confronti di Israele in quanto potenza occupante. Non c’è niente di oltraggioso in tutto questo. Quello che io trovo scandaloso è che nessun stato abbia ottemperato alle misure cautelari della Corte di Giustizia dell’Aja che ha riconosciuto la plausibilità del fatto che quello che Israele sta commettendo a Gaza sia genocidio.”

IL RUOLO DELL’ONU E LA POSIZIONE DI ISRAELE

Israele ha spiegato che la decisione di negare l’ingresso ad Albanese è legata alle sue “oltraggiose affermazioni” sul massacro del 7 ottobre, sostenendo che le vittime non sono state uccise per la loro ebraicità ma in risposta all’oppressione israeliana. Questa posizione è stata contestata da Albanese, che ha affermato che Israele sta cercando di distogliere l’attenzione dalla realtà dei fatti nel Territorio Palestinese Occupato.

LA SITUAZIONE NEI TERRITORI PALESTINESI OCCUPATI

Albanese ha espresso anche la sua preoccupazione per la situazione nei Territori Palestinesi Occupati, sottolineando che Israele sta commettendo gravi violazioni dei diritti umani e che nessun Paese influente, soprattutto in Occidente, sta prendendo le misure necessarie che la legge impone. La relatrice speciale dell’ONU ha sottolineato che “sono due anni che Israele mi nega di fare il mio lavoro come chiesto dall’ONU non facilitando il mio ingresso nel Territorio palestinese Occupato. E sono 17 anni che lo fa nei confronti di tutti i relatori, anche 3 dei miei predecessori.”

LA REAZIONE INTERNAZIONALE

La decisione di Israele di negare l’ingresso ad Albanese ha suscitato reazioni a livello internazionale. Molti Paesi e organizzazioni internazionali hanno espresso preoccupazione per la situazione nei Territori Palestinesi Occupati e hanno chiesto a Israele di permettere l’accesso agli osservatori internazionali e ai relatori dell’ONU. Tuttavia, finora non ci sono stati sviluppi significativi che possano portare a una soluzione alla situazione.

LA NECESSITÀ DI UNA SOLUZIONE PACIFICA

Il conflitto israelo-palestinese è uno dei più complessi e duraturi al mondo, e la situazione nei Territori Palestinesi Occupati continua a rappresentare una grave violazione dei diritti umani. È necessario trovare una soluzione pacifica al conflitto, che garantisca i diritti di entrambe le parti e che porti a una stabilizzazione della regione. La comunità internazionale ha un ruolo fondamentale da svolgere in questo processo, sostenendo il dialogo e il rispetto dei diritti umani.

CONCLUSIONE

La decisione di Israele di negare l’ingresso alla relatrice ONU Francesca Albanese è solo l’ultimo episodio in un conflitto che dura da decenni. La situazione nei Territori Palestinesi Occupati richiede un intervento urgente e una soluzione pacifica che tenga conto dei diritti umani e delle aspirazioni delle due parti coinvolte. La comunità internazionale deve impegnarsi per favorire il dialogo e la stabilità nella regione, lavorando per una soluzione duratura che possa mettere fine alle sofferenze della popolazione locale.

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