ISRAELE: L’ATTACCO DI HAMAS AL NOVA FESTIVAL
Il 7 ottobre scorso, il giovane Tomer Tzadik, 24 anni, si è trovato al Nova Festival, dove è stato ferito dai terroristi di Hamas. La sua testimonianza ha suscitato grande commozione e indignazione, portando alla luce il terrore vissuto da molte persone durante l’attacco. Tomer, con passaporto italiano, ha sottolineato le similitudini tra l’attacco subito e le atrocità del passato, paragonandolo a un secondo olocausto.
LA TESTIMONIANZA DI TOMER TZADIK
“Uccidere giovani, donne, bambini non libera territori. Quello che hanno fatto è un crimine contro di me e contro il mio Paese. Non dovrebbe accadere mai a nessuno”. Queste sono le parole di Tomer Tzadik, il giovane che ha vissuto l’orrore dell’attacco di Hamas al Nova Festival. Il 24enne è stato ferito dai terroristi al braccio in tre punti, ma è riuscito a sopravvivere dopo ore di fughe e ricerca spasmodica di nascondigli. La sua testimonianza è stata toccante e ha portato alla luce la crudeltà e la paura vissuta durante quell’attacco.
IL PARAGONE CON IL PASSATO
Durante un incontro a Tel Aviv con una delegazione di parlamentari e giornalisti italiani, Tomer ha fatto un parallelo tra l’attacco subito e le esperienze vissute dal nonno durante la seconda guerra mondiale. Ha raccontato che il nonno Jacov, che viveva in Polonia durante quel periodo, è riuscito a sfuggire ai nazisti dopo essere stato ferito. Questa esperienza ha portato Tomer a definire l’attacco di Hamas come un secondo olocausto, sottolineando la gravità degli eventi vissuti.
LA VISITA IN ITALIA
A fine febbraio, Tomer sarà in Italia grazie a Elnet per portare la sua testimonianza. La sua voce si è levata per sensibilizzare sulle conseguenze degli attacchi terroristici e per esprimere il desiderio di pace e sicurezza per tutti. La sua presenza in Italia rappresenterà un momento importante per condividere la sua esperienza e per promuovere un dialogo sulle conseguenze del terrorismo.
IL RITORNO ALLA NORMALITÀ
Nonostante l’orrore vissuto, Tomer ha dichiarato di non avere intenzione di farsi influenzare dagli eventi. Dopo l’attacco, ha evitato di frequentare luoghi affollati per motivi fisici e psicologici, così come molti dei suoi amici. Tuttavia, ha sottolineato l’importanza di tornare a vivere la propria vita e di non lasciarsi condizionare dal terrore. “Io cerco di essere positivo e sorridere, così come le persone che mi hanno aiutato”, ha affermato.
CONCLUSIONE
La testimonianza di Tomer Tzadik ha svelato le conseguenze devastanti degli attacchi terroristici e ha portato alla luce la paura e l’orrore vissuti durante quell’evento. La sua voce si è levata per promuovere la pace e la sicurezza e per sensibilizzare sulle conseguenze del terrorismo. La sua presenza in Italia rappresenta un’opportunità per ascoltare la testimonianza diretta di chi ha vissuto il terrore e per promuovere un dialogo sui temi della pace e della sicurezza.