CONFLITTO ISRAELO-PALESTINESE: LE RIFLESSIONI SULLE TRATTATIVE A GAZA
Dopo le dichiarazioni di una possibile apertura sui negoziati per la tregua a Gaza, il raggiungimento di un accordo sembra farsi di nuovo lontano. I colloqui sono ripresi al Cairo con i mediatori regionali e gli americani, ma Israele non ha inviato la sua delegazione di fronte al rifiuto di Hamas di consegnare la lista degli ostaggi detenuti nella Striscia. I miliziani palestinesi chiedono l’immediata cessazione delle ostilità che sono proseguite anche nelle ultime ore.
ISRAELE DISERTA I NEGOZIATI
La motivazione è che Hamas si rifiuterebbe di fornire una lista degli ostaggi ancora in vita e avanza richieste considerate “assurde”. Il movimento palestinese, invece, insiste per un cessate il fuoco permanente come condizione per liberare il resto degli israeliani ancora nelle sue mani. E così al Cairo oggi, domenica 3 marzo, si sono presentate solo le delegazioni di Hamas, Qatar e Stati Uniti si sono riunite intorno al tavolo delle trattative.
GLI EMENDAMENTI NEI NEGOZIATI
Gli emissari degli Usa e del Qatar sono tornati nella capitale egiziana con la speranza di facilitare un cessate il fuoco entro il Ramadan, il 10 marzo. Washington aveva riferito che infatti Israele era disponibile ad accettare in linea di principio un accordo per una pausa nelle ostilità di 6 settimane e il rilascio in prima battuta di una quarantina di ostaggi. Ma lo Stato ebraico si è rifiutato di partecipare ai colloqui, accusando Hamas di aver fornito risposte “parziali”.
LE IMPLICAZIONI SUI CIVILI
Intanto, parallelamente proseguono le operazioni militari e non si fermano le ostilità. Il ministero della Sanità di Gaza guidato da Hamas ha denunciato 90 morti in 24 ore, tra cui 14 membri di una famiglia, compresi due gemellini di 4 mesi, che sarebbero stati colpiti mentre si trovavano nella loro casa a Rafah. Mentre, le forze di difesa israeliane (Idf) hanno nuovamente respinto le proprie responsabilità nella strage di civili in attesa degli aiuti, avvenuta giovedì 29 febbraio: “L’indagine iniziale – ha riferito il portavoce Daniel Hagari – ha confermato che nessun attacco è stato condotto verso il convoglio di aiuti e che in maggioranza i palestinesi sono rimasti uccisi o feriti come conseguenza di una calca”.
CONCLUSIONE
In conclusione, mentre le speranze di una tregua sembravano ravvivarsi, la mancanza di accordo si fa sempre più evidente nei colloqui tra Israele e Hamas. Le richieste e le condizioni poste da entrambe le parti sembrano essere ancora lontane da un punto di incontro. Nel frattempo, i civili continuano a essere le vittime di un conflitto che sembra non avere fine. Resta da vedere se e quando si potrà raggiungere un accordo che porti a una tregua duratura e alla pace nella regione.