L’INFLAZIONE NELLA ZONA OCSE RALLENTA AL 5,6% AD OTTOBRE 2023 DOPO IL 6,2% DI SETTEMBRE
Secondo i dati dell’Ocse, l’inflazione nella zona Ocse è scesa al 5,6% ad ottobre 2023, dopo aver registrato un tasso del 6,2% a settembre. Questa contrazione rappresenta il livello più basso di inflazione mai registrato dalla zona Ocse a partire da ottobre 2021.
L’Ocse è un’organizzazione internazionale che include 36 paesi membri, tra cui Australia, Austria, Belgio, Canada, Cile, Danimarca, Estonia, Finlandia, Francia, Germania, Giappone, Grecia, Irlanda, Islanda, Israele, Italia, Lettonia, Lituania, Lussemburgo, Messico, Norvegia, Nuova Zelanda, Paesi Bassi, Polonia, Portogallo, Repubblica Ceca, Repubblica di Corea, Repubblica Slovacca, Regno Unito, Slovenia, Spagna, Stati Uniti, Svezia, Svizzera, Turchia, e Ungheria.
ITALIA REGISTRA IL TASSO DI INFLAZIONE PIÙ BASSO TRA I PAESI DEL G7
L’Italia, in particolare, ha registrato un tasso di inflazione più basso tra i paesi del G7, passando dal 5,3% a settembre all’1,7% a ottobre. Tra i Paesi del G7, l’inflazione è calata al 3,4% ad ottobre, dopo aver toccato il 4,1% a settembre, segnando il minimo dalla data di aprile 2021. Anche nella zona euro, l’inflazione è diminuita al 2,9% ad ottobre, rispetto al 4,3% di settembre.
ISTAT PREVEDE UN CALO DELL’INFLAZIONE E UNA CRESCITA DEI CONSUMI
Secondo le “Prospettive per l’economia italiana” dell’Istat, ci si aspetta che nel prossimo biennio la crescita economica italiana sia trainata principalmente dai consumi privati, con una previsione di +1,4% nel 2023 e +1,0% nel 2024. Questo è supportato dalla decelerazione dell’inflazione, da un graduale recupero delle retribuzioni e dalla crescita dell’occupazione. Tuttavia, gli investimenti sono attesi in netto rallentamento rispetto al biennio precedente, con una previsione di +0,6% in entrambi gli anni, rispetto alla crescita vicina al 10% del 2022.
PREVISIONI SULLA CRESCITA DEL PIL E SULL’OCCUPAZIONE
Per quanto riguarda il Pil italiano, si prevede una crescita dello 0,7% sia nel 2023 sia nel 2024, in rallentamento rispetto al 2022. In termini di occupazione, ci si aspetta un aumento in linea con quello del Pil, con un +0,6% nel 2023 e un +0,8% nel 2024, accompagnato da un calo del tasso di disoccupazione al 7,6% quest’anno e al 7,5% l’anno prossimo.
RIDUZIONE DELL’INFLAZIONE E SCENARI PREVISIVI DELL’ISTAT
È previsto che l’inflazione continui a diminuire per effetto della discesa dei prezzi dei beni energetici e delle politiche monetarie restrittive attuate dalla Bce. Secondo l’Istat, la dinamica del deflatore della spesa delle famiglie residenti scende al +5,4% nell’anno corrente e al +2,5% nel 2024. Lo scenario previsivo tiene conto del calo dei prezzi al consumo e dei listini delle materie prime importate, della graduale ripresa del commercio mondiale e della progressiva attuazione del piano di investimenti previsto nel Pnrr.
EFFETTO DELLA MANOVRA SULLA CRESCITA ECONOMICA
Anche la Manovra, comprensiva del dl Anticipi e dei due decreti di attuazione della delega fiscale, ha un impatto sull’economia italiana. Si prevede che la Manovra eserciti un effetto nullo sulla crescita del Pil reale nel 2023, pari a 2 decimi di punto nel 2024 e a 1 decimo di punto nel 2025, in linea con la Nadef. Tuttavia, la crescita del 2024 sarà trainata dall’espansione dei consumi privati, mentre l’impulso agli investimenti privati appare più contenuto.
In conclusione, l’andamento dell’inflazione e le prospettive economiche per l’Italia indicano una riduzione dei tassi inflazionistici e una crescita trainata soprattutto dai consumi privati, mentre gli investimenti sono attesi in netto rallentamento. Questi dati forniscono una panoramica chiara della situazione attuale dell’economia italiana e delle aspettative per i prossimi anni.