[JANNIK SINNER, UN CAMPIONE SOTTO I RIFLETTORI]
Com’è Jannik Sinner fuori dal campo? Qual è il suo rapporto con gli altri protagonisti del circuito anche agli Australian Open? La stima di cui gode per le qualità tecniche è pari a quella che gli viene riservata come persona? Cosa c’è di vero dietro le ottime referenze che circolano sul suo conto? Tutto, a giudicare dalla testimonianza diretta raccolta e raccontata da Chris Eubanks, tennista americano che, durante la diretta su Espn, ha avuto parole di elogio per l’italiano.
UNA VITTORIA INCREDIBILE SOTTO I RIFLETTORI
Sotto i riflettori l’azzurro c’è finito per la prestazione che ha “cancellato” Novak Djokovic (è il termine utilizzato dal serbo in conferenza stampa per manifestare tutto il proprio disagio a corredo di una sconfitta pesante) e gli è valsa la finale per il titolo che giocherà domenica contro Daniil Medvedev.
L’abbraccio tra l’azzurro e il campione serbo alla fine del match degli Australian Open.
Ma c’è dell’altro che si aggiunge ai consensi strappati per quanto mostrato al cospetto del numero uno al mondo. La vittoria con il serbo dice che Jannik non è più solo il ‘giovane’ di talento che ha un gran futuro davanti, ma deve accontentarsi dei complimenti e delle pacche sulle spalle. Anzi, dopo aver sconfitto tutti quelli ha attualmente davanti nel Ranking Atp (dove non potrà ancora accomodarsi in vetta malgrado l’exploit e resterà quarto), adesso l’uomo del momento, quello da battere, è lui. Ma resta umile.
IL RETROSCENA RACCONTATO DA EUBANKS
Eubanks offre uno spaccato del Sinner che pochi possono vedere. E spiega che spende un po’ di tempo per parlare con tutti, che si tratti degli addetti agli spogliatoi oppure dei giocatori lo fa con la stessa affabilità.
Chris Eubanks racconta i retroscena su Sinner e il rapporto con gli altri tennisti.
“Jannik è uno dei ragazzi più apprezzati nello spogliatoio – dice lo statunitense -. Penso che tutti i giocatori sia favorevolmente impressionati dalla sua persona e ne apprezzano il successo qui. È un giocatore che va d’accordo con tutti, parla con tutti, che siano gli addetti allo spogliatoio o gli altri giocatori che gli augurano buona fortuna”.
L’UMILTÀ E LA MODICITÀ DI JANNIK SINNER
La grande modestia che mostra dopo le vittorie non è la classica ‘maschera da bravo ragazzo’ che s’indossa perché l’etichetta così vuole e fa scena. Il riferimento a Bolelli e Vavassori (gli altri italiani in finale agli Australian Open, ma nel doppio) è nel solco delle belle parole dedicate a Matteo Berrettini dopo il trionfo in Coppa Davis oppure usate per sottolineare che “si vince di squadra” come rimarcato anche in nazionale. Sinner è fatto così, ecco perché, al di là delle comprensibile rivalità sportiva, gli vogliono bene.
“Sinner ringrazia il pubblico australiano per gli applausi a fine incontro.”
“Vederlo arrivare in cima anche se ha ancora una partita da disputare penso sia la dimostrazione di un ragazzo che continua a lavorare duro nonostante tutto. Continua a impegnarsi, non si abbatte quando le cose non vanno per il verso giusto… e possono succedere cose belle”.
L’onestà e l’umiltà di Jannik Sinner sono sicuramente qualità che contribuiscono al suo successo e alla stima e apprezzamento dei suoi colleghi nel circuito tennistico. Hanno giocato un ruolo fondamentale nella sua ascesa fino alla finale degli Australian Open, e continueranno a essere una parte importante del suo percorso professionale.