UN ANNO SENZA GIANLUCA VIALLI: TRA RICORDI E PAROLE DI MANCINI
E’ passato un anno dalla scomparsa di Gianluca Vialli: il bomber della Nazionale morì a Londra la sera del 5 gennaio 2023 per il tumore al pancreas che gli era stato diagnosticato nel 2017. La famiglia ne diede notizia solo all’indomani ed è il motivo per cui la giornata di oggi è stata quella del ricordo pieno di affetto da parte dei tantissimi che hanno voluto bene a Luca, ma anche dei club in cui ha giocato e che ha contribuito a rendere vincenti: Sampdoria, Juventus e Chelsea, oltre alla Cremonese in cui ha esordito e il Watford in cui ha finito la carriera.
IL RICORDO DI MANCINI
Non poteva mancare all’appello una delle persone che ha avuto il rapporto più stretto con Vialli, Roberto Mancini, che con l’amico fraterno ha condiviso la ‘bella stagione’ con la Sampdoria e la vittoria degli Europei con l’Italia. Gianluca non ha mai lasciato Roberto, che racconta il commovente sogno in cui i due si sono ritrovati: “Tre mesi fa ho sognato Luca: era nel letto, si stava per addormentare e io gli rimboccavo le coperte”.
L’AMICO CHE RESTA
Nell’intervista a Libero, Mancini parla spesso al presente di Vialli mentre riavvolge il nastro dei ricordi: “Il primo pensiero è che Luca non se n’è mai andato, è sempre qui con me, con noi. Le persone come lui non possono mai andare via. Rimangono per sempre. Luca rimane per sempre. Impossibile non pensarci. Abbiamo vissuto talmente tanti anni insieme, soprattutto gli ultimi, che è sempre nella mia mente. C’è sempre qualcuno o qualcosa che me lo ricorda”.
IL CONSIGLIO IMMAGINARIO
L’attuale Ct dell’Arabia Saudita si dice sicuro che l’amico di sempre lo avrebbe seguito anche in questa ultima avventura, non prima di essersi confrontati sul da farsi: “Quando ho preso la decisione di lasciare la Nazionale italiana e accettare la proposta di allenare quella saudita, sarei stato curioso di sapere quale sarebbe stata la sua reazione, il suo pensiero, il suo consiglio. ‘Bomber, cosa devo fare? Qui la situazione si sta un po’ ingarbugliando, non è più come prima, mi si è presentata questa possibilità, devo fare un cambio di vita professionale importante. Cosa ne pensi? Vado o non vado, o meglio, andiamo o no?’, gli avrei chiesto”.
IL MANCIO E LUCA: UNA VICENDA INDIVISIBILE
“Lui mi avrebbe risposto: ‘Roby, pensiamoci un attimo per bene, perché comunque cambi totalmente la tua vita, è un calcio diverso, una situazione diversa. Rifletti’. Io sono sempre stato l’impulsivo dei due. Per questo eravamo perfetti insieme. Lo avrei portato con me in Arabia, senza alcuna ombra di dubbio. Se avessimo deciso insieme di fare questa esperienza, lui sarebbe stato accanto a me. Mi è mancato tanto il consiglio di Luca. Quando mi chiamarono per allenare la Nazionale nel 2018, la prima persona che ho chiamato è stato lui. Per me questa è l’amicizia. Un amico vero non hai bisogno di vederlo o sentirlo sempre, ma nei momenti importanti è la prima persona che chiami”, spiega il Mancio.
L’ALLEGRO BRILLANTE GIANLUCA
“Luca un anno fa ha fatto un bello scherzo un po’ a tutti. Lui è così, ama gli scherzi, è sempre allegro, brillante. Una persona straordinaria. È una delle persone più simpatiche che io abbia mai conosciuto. Per me Luca non se n’è andato. Quando penso, parlo o scrivo di lui, esiste solo il presente”, conclude Roberto. E sembra quasi di vederlo Luca che si fa una bella risata a fianco a lui.
Uno scherzo, un sogno, un consiglio immaginario, un compagno indissolubile. Così gestisce Mancini il lutto per l’amico fraterno, Gianluca Vialli, un anno dopo la sua scomparsa. E in ogni suo gesto, in ogni suo pensiero, in ogni sua parola, sembra veramente di rivederlo con lui.