TENSIONE NEI MERCATI PETROLIFERI
Dopo gli attacchi degli Stati Uniti e del Regno Unito contro gli houthi in Yemen, il petrolio Brent, riferimento per i mercati internazionali, ha registrato una salita di oltre il 2%, superando i 79 dollari al barile. Anche il petrolio Wti americano ha subito un aumento, raggiungendo quota 73,7 dollari. Questo segna una inversione di tendenza rispetto alla diminuzione dei prezzi registrata nel corso della settimana, motivata principalmente dal aumento delle scorte di petrolio negli Stati Uniti, il quale è avvenuto in maniera più consistente delle previsioni.
EFFETTI SUL MERCATO EUROPEO DEL GAS
La tensione nei mercati petroliferi ha innescato un aumento anche nel settore del gas, con il gas verso l’Europa scambiato al Ttf di Amsterdam a 31,3 euro al megawattora, registrando un aumento del 1,5% rispetto alle quotazioni precedenti.
RIALZO DEI TITOLI PETROLIFERI E AZIONARI
Le ripercussioni degli attacchi e delle conseguenti variazioni nei prezzi del petrolio si sono riflesse anche sui mercati azionari, compreso Piazza Affari. In avvio, si è assistito a un aumento dei titoli petroliferi, da Saipem (+1,63%) a Eni (+1,11%), e Leonardo (+1,92%), quest’ultima attiva anche nel settore della Difesa. Tuttavia, i rialzi maggiori sono stati registrati da Amplifon (+2,21%) e Prysmian (+2,11%). La borsa di Milano, che aveva chiuso in calo dello 0,66% il giorno precedente, ha mostrato segni positivi, con un aumento dell’0,90% all’apertura. Anche le altre borse europee hanno rialzato, in parte recuperando le perdite subite dopo la chiusura in ribasso di Wall Street a seguito del dato sull’inflazione americana.
EFFETTI DELL’INFLAZIONE IN AMERICA SUI MERCATI FINANZIARI
I prezzi al consumo negli Stati Uniti a dicembre sono cresciuti più delle attese, attestandosi al 3,4%. Tuttavia, l’inflazione di fondo, escludendo energia e alimentari, è scesa di un decimo, passando dal 4,0% al 3,9% (contro le attese del 3,8%). Questa diminuzione ha contribuito ad una certa calma a Wall Street, dove gli indici hanno chiuso appena sotto la parità . Sulla scena del Nasdaq si sono distinti i giganti della tecnologia, con Microsoft che ha surclassato Apple come società quotata più capitalizzata al mondo. Inoltre, l’attenzione è stata rivolta anche a Google-Alphabet e Amazon, entrambe annuncianti centinaia di licenziamenti. Inoltre, oggi ha avuto inizio la stagione delle trimestrali, con Jp Morgan, Citigroup, Bank of America e Wells Fargo tra le prime ad annunciare i propri risultati.
SITUAZIONE IN ASIA E NUOVI SCENARI PER IL BITCOIN
Nella notte asiatica, la borsa di Tokyo ha mostrato un aumento dell’1,50% per l’indice Nikkei, raggiungendo un nuovo massimo dal 1990. Al contrario, Shanghai (-0,16%) e Hong Kong (-0,53%) hanno registrato lievi cali. In Cina, i prezzi al consumo sono diminuiti per il terzo mese consecutivo, mentre quelli alla produzione sono al 15º mese di deflazione. Infine, si è assistito al primo giorno di negoziazione degli Etf legati al Bitcoin, dopo l’autorizzazione delle autorità statunitensi. Gli undici Etf scambiati hanno raccolto 4 miliardi di dollari, rappresentando il valore più alto al debutto per un Etf tematico. La criptovaluta ha avuto forti oscillazioni, chiudendo infine stabile a 46mila dollari. Oggi, il Bitcoin viene scambiato a 45.728 dollari.
Questi sono stati i principali avvenimenti che hanno caratterizzato la giornata di ieri sui mercati internazionali, con l’attenzione puntata su eventi geopolitici, fluttuazioni nei prezzi delle materie prime e le performance dei mercati finanziari in diverse parti del mondo.