GIORGETTI NON SI DIMETTE, LA SUA POSIZIONE SULLA RATIFICA DEL MES
Il ministro dell’Economia, Giorgetti, ha ribadito in una recente intervista a Il Giornale la sua intenzione di non dimettersi, almeno finché la maggioranza lo sosterrà su progetti seri, credibili e sostenibili. Sotto i riflettori dopo lo scontro legato alla mancata ratifica del Mes, Giorgetti ha dichiarato di non vedere alcun motivo per lasciare il suo incarico.
LE ACCUSE DELL’OPPOSIZIONE E LA QUESTIONE DEL MES
Giorgetti ha respinto le accuse dell’opposizione riguardo alla mancata ratifica del Mes, affermando che da mesi si preparavano all’apocalisse sul Mes. Secondo il ministro, l’opposizione pensava che crollasse tutto con la manovra economica, ma le agenzie di rating hanno confermato la prudenza del governo.
GIORGETTI SULLA QUESTIONE DEL MES E L’IRRIENTEZZA DEI PARTNER EUROPEI
Giorgetti ha affermato che la questione legata al Mes è diventata politica, sottolineando la coerenza della Lega che ha sempre espresso la sua contrarietà al Mes. Il ministro ha anche dichiarato che non crede che l’Europa correrebbe seri rischi di stabilità senza il Mes in versione salva-banche.
IL PATTO DI STABILITÀ E LE AMBIZIONI DELL’EUROPA
Giorgetti si è soffermato sul Patto di Stabilità, affermando che un’Europa con grandi ambizioni geopolitiche e di transizione energetica non può ignorare la necessità di grandi investimenti pubblici. Tuttavia, ha ammesso che il testo del Patto è troppo complesso e poco comprensibile negli sviluppi.
IL SUPERBONUS E LE SUE IMPLICAZIONI FINANZIARIE
Infine, il ministro ha affrontato la questione del Superbonus, sottolineando l’importante costo che questo programma comporta in termini di finanza pubblica. Ha chiarito che si farà solo qualcosa nei limiti in cui non venga pregiudicato l’equilibrio generale dei conti.
CONCLUSIONE
In conclusione, il ministro Giorgetti ha ribadito la sua posizione sulla ratifica del Mes e ha affrontato diverse questioni economiche e legislative di rilievo. La sua presa di posizione su questi argomenti è cruciale per il destino economico e politico dell’Italia e dell’Europa.
