Prima visita di Stato in Italia per il neoeletto presidente argentino, Javier Milei, nel corso della quale incontrerà Papa Francesco, il presidente Sergio Mattarella e la premier Giorgia Meloni, lunedì.
L’occasione della visita in Vaticano e poi in Italia è la canonizzazione di María Antonia de San Giuseppe de Paz y Figueroa, nota come Mama Antula, prima santa argentina: Milei partecipa alla messa in San Pietro presieduta da Papa Francesco. Che poi lo riceverà in udienza lunedì alle 9: un incontro pacificatore, dopo che Milei lo ha definito tra l’altro “Gesuita che promuove il comunismo”, “rappresentante del Male nella Casa di Dio”, “persona nefasta”. Ma, come detto dal vescovo di Buenos Aires, Jorge Inacio Garcia Cuerva, “il Pontefice è un uomo capace di perdonare e riconosce l’importanza delle relazioni istituzionali”. Poi gli incontri istituzionali con Giorgia Meloni e Sergio Mattarella.
Della delegazione fanno parte, oltre ad alcuni imprenditori, la ministra degli Affari esteri, Diana Mondino, il ministro dell’Interno, Guillermo Francos, la ministra del Capitale umano, Sandra Pettovello, la segretaria generale della Presidenza, Karina Milei, sorella del presidente, e il segretario per il Culto, Francisco Sánchez.
E da Roma – dopo una visita notturna al Colosseo insieme alla sorella Karina e dopo aver deciso di alloggiare in un hotel di lusso invece che all’ambasciata argentina, perché non di suo gradimento, scrivono i media di Buenos Aires – il presidente ultraliberalista è tornato ad attaccare deputati e governatori, sostenendo che il ritiro della sua legge omnibus “ha messo in evidenza dove sta il sudiciume in politica”.
L’agenda della visita di Stato
L’agenda del viaggio prevede, presso la Basilica di San Pietro, il saluto al Pontefice prima della messa di canonizzazione della prima santa argentina. Quindi, la partecipazione alla messa e alla cerimonia.
Lunedì mattina, alle 9.00, Milei e il suo seguito torneranno in Vaticano, nel Palazzo apostolico, per l’udienza privata con il Papa e per i colloqui in Segreteria di Stato. Quindi, alle 13.30, il capo di Stato argentino incontrerà il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella e, alle 15.00, la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni.
Anche il rabbino Wahnish nella delegazione, futuro ambasciatore argentino in Israele
C’è anche un rabbino nella delegazione argentina giunta in Italia, proveniente da Tel Aviv, che accompagna il presidente nei suoi appuntamenti in Vaticano e con le autorità italiane. Si tratta del rabbino Axel Wahnish, peraltro già designato da Milei nuovo ambasciatore dell’Argentina in Israele, con l’intenzione dichiarata di spostare l’Ambasciata da Tel Aviv a Gerusalemme. Wahnish non è ancora entrato ufficialmente in carica. Il ruolo è vacante dal 2022, dopo le dimissioni dell’ambasciatore Sergio Uribarri a seguito di una condanna in patria per corruzione. Rabbino della Comunità ortodossa argentina, Wahnish non ha esperienze diplomatiche e ha la cittadinanza israeliana. Dovrà rinunciare a quest’ultima, hanno spiegato i quotidiani locali, nel caso in cui dovesse assumere il ruolo di ambasciatore.
Wahnish, ha ricordato nei giorni scorsi Moked/Pagine Ebraiche, portale dell’ebraismo italiano, è la figura che ha introdotto Milei all’ebraismo. Il nuovo presidente ha seguito le sue lezioni di Torah e così si è appassionato alla tradizione ebraica, tanto da aver pensato di convertirsi. Nel corso della campagna elettorale ha poi spiegato di aver rinunciato al progetto, parlando di una incompatibilità tra il rispetto dello Shabbat e il lavoro di presidente.
Intanto, in Argentina, rimuove due funzionari strategici
A soli due mesi dal suo insediamento, Milei ha effettuato il primo rimpasto di governo chiedendo le dimissioni di due importanti funzionari di aree strategiche. Si tratta del direttore della Previdenza sociale (Anses), Osvaldo Giordano, e della segretaria per le Miniere, Flavia Royon: due funzionari dell’esecutivo in quota all’opposizione cosiddetta “dialoghista”, considerata da Milei come la principale responsabile dell’affossamento della legge Omnibus alla Camera, la settimana scorsa.
“Il presidente Javier Milei ha sollecitato le dimissioni del direttore dell’Amministrazione nazionale della previdenza sociale e della segretaria per le Miniere. I nomi dei loro successori verranno comunicati nei prossimi giorni” recita una breve nota dell’Ufficio della Presidenza argentina, pubblicata su X.
“La crisi economica e il momento storico attuale richiedono funzionari pubblici impegnati per la modernizzazione, la semplificazione e la sburocratizzazione dello Stato. Coloro che rivestono cariche pubbliche devono difendere gli argentini dai costanti attacchi di coloro che pretendono di conservare i loro privilegi” conclude il comunicato.