MIAMI OPEN 2024 DI TENNIS: LA MISTERIOSA MORTE DI KONSTANTIN KOLTSOV
Nonostante la versione ufficiale della polizia di Miami parli di suicidio, l’ex moglie dell’ex campione di hockey bielorusso Konstantin Koltsov non crede che le cose siano andate così e fornisce quelle che a suo dire sarebbero le prove di quanto afferma. La donna non ha alcuna acerbezza verso Aryna Sabalenka, ultima compagna di Koltsov: “Ci siamo sentite in passato, ragazza carina”.
LA VERSIONE UFFICIALE: SUICIDIO O INCIDENTE?
La morte a 42 anni di Konstantin Koltsov a Miami ha sconvolto il mondo dello sport bielorusso e avuto ampia risonanza negli Stati Uniti e nel resto del mondo, sia per la militanza dell’hockeista nella NHL con i Pittsburgh Penguins sia per il fatto di essere il compagno – anzi l’ex compagno, come qualche ora fa ha precisato la tennista sua connazionale – della numero 2 al mondo Aryna Sabalenka. Una morte tragica, classificata dalla polizia locale come suicidio: nel rapporto si legge che Koltsov “è saltato dal balcone” della stanza dell’hotel dove alloggiava, il St. Regis Bal Harbour Resort, e che “non si hanno altri sospetti al riguardo”. Una versione dei fatti cui tuttavia non crede l’ex moglie dell’hockeista, secondo la quale Koltsov non aveva alcuna voglia di morire, svelando anche le prove di quel che afferma.
LA VERSIONE DI YULIA MIKHAILOVA
Yulia Mikhailova è la madre dei tre figli di Koltsov: dopo la separazione tra i due, l’olimpionico bielorusso si è legato alla Sabalenka, una relazione durata tre anni. “Per me è stato un incidente – spiega la donna al sito bielorusso ‘Zerkalo’ – “Abbiamo ancora il vecchio computer di famiglia con l’email di Konstantin. Conoscevo le password e sono riuscita ad aprire alcune email. Konstantin aveva prenotato altri alloggi in un’altra località. Aveva pagato acquisti che sarebbero dovuti arrivare. Aveva noleggiato un’auto per molto tempo. Non aveva intenzione di morire. Tutto ovviamente può darti alla testa, ma non c’era alcun segno di tragedia”.
LA TRAGEDIA SVELATA DA YULIA
La caduta dell’ex atleta è stata terribile, è durata parecchi secondi vista l’altezza della sua stanza, svelata ora da Yulia: “Alloggiava al 23º piano. L’hotel di Miami dove è successo è a circa un’ora da casa nostra. Ho appreso la notizia da un detective della polizia, era il 18 marzo. All’inizio mi hanno chiamato più volte, mi hanno chiesto se ero a casa e hanno detto che volevano dirmi qualcosa su Konstantin. Poi è arrivato il detective. Ha cercato di presentare la notizia nel modo più gentile possibile. Ma ovviamente ero sotto shock… Poi ha condiviso informazioni, ha posto correttamente alcune domande, ha spiegato vari aspetti procedurali e mi ha detto di chiamarlo in qualsiasi momento”.
I DUBBI SULLA VERSIONE UFFICIALE
A parlare è anche e soprattutto una mamma, che ci terrebbe a non far marchiare come suicida il padre dei suoi figli: “Se fosse confermato che si è trattato di un incidente, sarebbe più tranquillo per i bambini. Daniil e Alexander hanno letto del suicidio su Internet e, ovviamente, si sono sentiti a disagio. Lo stato emotivo dei nostri figli è un problema complesso. Cerchiamo di non perderci d’animo. Non so come altro dirlo. È più difficile per i figli maggiori, Daniil e Alexander, capiscono tutto bene. Hanno 18 e 16 anni. Il più giovane, Stefan, ha cinque anni. Pensa che papà sia in paradiso adesso. Stefan, tuttavia, mi ha chiesto come è morto papà, ma non gli ho ancora risposto. Non ho scelta che sopravvivere a tutto questo come meglio posso. Non c’è altro modo. Faccio del mio meglio”.
LA RELAZIONE CON AYRNA SABALENKA
Quanto ai rapporti col suo ex marito, la Mikhailova spiega: “Abbiamo comunicato pochissimo ultimamente. Ognuno ha la propria vita e inoltre ha lavorato lontano dai bambini (negli ultimi due anni Koltsov è stato vice allenatore del Salavat Yulaev Ufa, ndr). Konstantin comunicava con loro principalmente per telefono. A quanto ho capito, questa volta voleva incontrare i bambini a cena. Ma Stefan va a letto presto, qualcosa non ha funzionato e si sarebbero visti più tardi”.
LA SEPOLTURA IN PATRIA
Adesso ci saranno gli adempimenti formali per dare l’ultimo saluto a Koltsov prima di seppellirlo in patria: “Stiamo raccogliendo tutti i documenti per trasportare i resti di Konstantin in Bielorussia – spiega Yulia, che è lettone – Minsk è la sua patria, suo fratello e i suoi parenti sono lì. Ho molti amici lì, sono in buoni rapporti con i genitori di Kostya. E i nostri figli hanno la cittadinanza bielorussa. Vediamo come andrà a finire il tutto. La vita negli Stati Uniti è cara, non so dove andremo a finire. Mentre i bambini sono a scuola qui, vedremo. Ora dobbiamo risolvere una serie di problemi che, ovviamente, non abbiamo mai riscontrato prima”.
Ancora una volta emergono dettagli misteriosi su questa tragica storia che ha scosso il mondo dello sport. La verità su cosa sia realmente accaduto a Konstantin Koltsov potrebbe non essere mai completamente svelata, lasciando spazio a dubbi e interrogativi sulla sua morte.