Il governo lavora per un divorzio consensuale con Mittal: “Indietro non si torna”

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GOVERNO E ARCELOR MITTAL: IL DIVORZIO È ORMAI CERTO

Come era ormai apparso chiaro da diverse dichiarazioni e atti degli ultimi giorni, il governo italiano sta lavorando ad un divorzio consensuale con Arcelor Mittal. Le condizioni poste dall’azienda per rimanere in Acciaierie d’Italia sono ritenute inaccettabili e impercorribili, per traghettare Taranto fuori dalla drammatica crisi produttiva in cui versa e garantire l’occupazione di un bacino che conta 20mila lavoratori tra diretti e indiretti. Si starebbe studiando lo scenario di una soluzione negoziale che eviti un probabile lungo contenzioso legale. Lo hanno detto – secondo quanto riportano alcune fonti sindacali – gli esponenti di governo al tavolo di confronto sull’impianto di Taranto a Palazzo Chigi.

IL NUOVO PIANO SIDERURGICO NAZIONALE DEL GOVERNO

Il governo intende “invertire la rotta cambiando equipaggio e delineando un piano siderurgico nazionale che sia costruito su quattro poli complementari attraverso un progressivo rinnovamento, modernizzazione e specializzazione degli impianti esistenti”, aveva sottolineato il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso. Il titolare del Mimit auspica: “Una svolta netta rispetto alle vicende per nulla esaltanti degli ultimi dieci anni”.

BENAGLIA (FIM): “Governo vuole non solo garantire la continuità aziendale, ma immettere nuove risorse”

L’incontro con il governo sull’ex Ilva “è stato importante pur in una situazione drammatica”, ha detto il leader della Fim, Roberto Benaglia al termine dell’incontro. “L’azienda – ha detto – versa in condizioni che necessitano di scelte in tempi brevi. Il governo ci ha comunicato, e questo è un fatto positivo, che si va verso un divorzio da Mittal. Indietro non si torna, non si può continuare a gestire sotto ricatto l’azienda”. Benaglia ha detto che “il governo vuole non solo garantire la continuità aziendale, ma immettere nuove risorse. Da qui a mercoledì prossimo gli avvocati lavoreranno per un divorzio consensuale, saremo riconvocati giovedì prossimo. Per la Fim comincia una fase nuova, c’è bisogno di rapidità e soluzioni condivise. E’ un passaggio molto difficile tutto da fare”.

PALOMBELLA (UILM): “Divorzio unica condizione per poter continuare a investire”

“Adesso c’è una fase per capire come avverrà questo distacco. La prossima settimana lo sapremo”, ha detto il segretario generale della Uilm, Rocco Palombella, al termine del tavolo tra sindacati e governo. “Vogliamo essere i testimoni di un divorzio che è l’unica condizione per poter continuare a investire, considerando la siderurgia una possibilità e non una chimera o un pericolo”, prosegue. “Da giovedì il governo ci dirà qual è il piano alternativo. Siamo contrari a qualsiasi piano invasivo che non vede la salvaguardia dei livelli occupazionali di tutti i lavoratori, del sistema delle imprese dell’indotto”, ha concluso Palombella.

DE PALMA (FIOM-CGIL): “Governo ha risposto a nostra richiesta di mettere in sicurezza da un punto di vista della salute”

“Finalmente il governo ha deciso di non tornare indietro e di procedere sulla strada di assumere la gestione dell’azienda. Questo è il punto su cui con i lavoratori e le lavoratrici abbiamo insistito: salvaguardare il futuro occupazionale dell’azienda e l’ambiente. Oggi il governo ha risposto anche alla nostra richiesta di mettere in sicurezza anche da un punto di vista della salute”, argomenta il segretario della Fiom-Cgil Michele De Palma.

UN TAVOLO PER APPROFONDIRE GLI ASPETTI LEGATI ALL’OCCUPAZIONE E ALLA SICUREZZA SUL LAVORO

Palazzo Chigi riferisce di aver dato “massima disponibilità, una volta chiuso il confronto con ArcelorMittal, a far partire presso il Ministero del Lavoro un tavolo per approfondire tutti gli aspetti legati all’occupazione e alla sicurezza sul lavoro”.

BONOMI: “Nazionalizzazione ha senso se hai in mente proposte per il futuro”

Per il presidente di Confindustria Carlo Bonomi, invece, “la nazionalizzazione dell’ex Ilva ha un senso se tu hai in mente delle proposte per il futuro. Non credo sia la strada finale, se è un ponte ha un senso. Se invece deve essere solo in una logica elettorale allora non va bene”. Per il leader degli industriali: “Si sono trovate soluzione per comprare tempo, ora i nodi vengono al pettine. Da 4 anni continuo a dire che il Paese deve scegliere se l’acciaio è importante o meno”.

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