CAOS GLI ARBITRI ITALIANI: UNA SERATA AL FESTIVAL DI SANREMO SULLE RIVELAZIONI DEL VAR
Nella serata d’apertura del Festival di Sanremo 2024, il programma Le Iene manda in onda la terza puntata sul caos degli arbitri italiani. A tenere banco saranno ancora una volta le rivelazioni della gola profonda dei fischietti, il direttore di gara che ha scelto di non rivelarsi al pubblico ma ha scoperchiato controversie, errori di gestione clamorosi ed alimentato fortissimi sospetti. “Non mi hanno ancora trovato… si fanno diversi nomi. Ma sono ancora qui libero di parlare su tutto quello che non va nel mondo degli arbitri”.
LA GESTIONE DEL VAR E LE LOTTE INTERNE ALL’AIA
Incappucciato e con la voce camuffata perché non sia riconosciuto, l’arbitro attualmente in attività aggiunge un altro capitolo all’opera di denuncia sulle lotte intestine all’Aia, a quella guerra di potere che rischia di “falsare i campionati”, a cominciare dall’applicazione del regolamento Var, dalla gestione e dall’interpretazione dello strumento tecnologico, dal rapporto tra ufficiali di gara in cabina di regia e quelli che sono in campo. “A fine partita sappiamo che voto abbiamo preso dagli osservatori. Ma il sistema è sostanzialmente lo stesso. Finché l’Aia non avrà l’indipendenza economica dalla Figc e finché sarà tutto in capo ad una sola persona, che oggi è il presidente, senza una vera divisione dei poteri e possibilità di critica, ci saranno sempre tanti problemi”.
NUOVE RIFLESSIONI E CASI ESEMPLARI NEL CAMPIONATO ITALIANO
L’indagine dell’inviato, Filippo Roma, mette in risalto nuove riflessioni a cominciare da quanto accaduto due settimane fa in Fiorentina–Inter, in particolare sull’episodio del contatto–trattenuta di Darmian su Ranieri. Un caso da moviola sul quale il Var non è intervenuto a differenza invece della segnalazione fatta in occasione dell’uscita di Sommer su Nzola che ha portato alla concessione del rigore alla Viola. “Bastoni non si preoccupa mai di arrivare a contendere il pallone – dice l’arbitro a Le Iene -, ma solo di ostacolare il suo avversario. Marini che era al Var doveva intervenire per far rivedere l’azione ad Aureliano, l’arbitro in campo”.
Lo scontro di gioco tra il portiere dell’Inter e l’attaccante della Fiorentina è invece spunto per un’altra riflessione: perché in alcune situazioni molto simili c’è la chiamata del Var e in altre no? “Un episodio del genere è capitato in Cagliari-Milan della scorsa stagione. L’uscita di pugno di Maignan su Lovato (che provocò la reazione furibonda dei sardi, ndr), non venne sanzionata né dall’arbitro né dal Var. Si tratta di casi quasi identici… eppure il Var una volta interviene e un’altra no. I tifosi non capiscono e vi assicuro che neanche noi ci capiamo molto”.
LE CRITICITÀ NELLA GESTIONE DEL VAR IN NAPOLI–VERONA
Il fantomatico direttore di gara pone l’accento anche su Napoli–Verona e sulla mancata concessione del penalty in favore dei partenopei. A cosa si riferisce? Alla ‘forbice’ di Cobal su Kvaratskhelia in piena area dell’Hellas che ha fatto sbottare in tv il tecnico, Mazzarri. “Posso capire che l’arbitro non veda ma il Var perché non segnala?” è la domanda dell’allenatore azzurro. La risposta è nell’analisi dell’arbitro. “Il fallo da rigore è evidente. Con la sua gamba destra Cobal colpisce quella di Kvara prima di toccare il pallone. È nella prima fase dell’azione che scatta la punibilità , perché il difensore crea un danno all’attaccante. Il fatto che poi tocchi anche il pallone non è determinante per decretare o no il calcio di rigore. Qui l’arbitro valuta erroneamente il contatto come non falloso, ma inspiegabilmente anche il VAR non interviene. Eppure, le immagini sono chiare e inequivocabili. Il Napoli ha avuto una serie di episodi sfavorevoli in questo senso. De Laurentiis ha ragione a lamentarsi”.
Dopo queste nuove rivelazioni, il mondo del calcio italiano si trova ancora una volta a confrontarsi con le criticità nella gestione dell’arbitraggio e del Var, alimentando nuove polemiche e dibattiti sulle possibili soluzioni da adottare. Le dichiarazioni dell’arbitro incappucciato continuano a mettere in discussione l’equità delle decisioni in campo e a sollevare dubbi sul funzionamento dello strumento tecnologico, lasciando aperto un ampio margine di riflessione e analisi da parte di tutti gli attori coinvolti nel mondo del calcio italiano.