GIORGIA MELONI ATTACCA ELLY SCHLEIN E MATTEO SALVINI
Dal caso Salis al premierato, passando per la vicenda Bari, Giorgia Meloni va all’attacco di Elly Schlein, dallo stesso salotto di Porta a Porta dove la segretaria del Pd si è accomodata ventiquattro ore prima. Ma l’affondo politicamente più pesante, e neppure troppo velato, è su Matteo Salvini. Il loro rapporto “non è affatto pessimo”, ed è “nata un’amicizia” lontano dal lavoro, complici anche le partite a burraco con la sua fidanzata, Francesca Verdini.
LA POSIZIONE SULLA NORMA DEL SALVA-CASA
Ma la giocata con cui il vicepremier ha messo sul tavolo il suo piano salva-casa ha in qualche modo colto di sorpresa la presidente del Consiglio, che preferisce lasciare sospeso il giudizio perché “questa norma non la conosco”. Una osservazione accompagnata poi, in chiave elezioni europee: “Se ognuno alza la sua bandierina ci ritroveremo di nuovo la sinistra”. La premier cita il “comunicato del ministero dei Trasporti che parla di sanare piccole difformità interne, cioè se hai alzato un tramezzo per fare due stanze dove ce ne era una. Se è questo parliamone, è ragionevole, ma non posso commentare una norma che non ho letto”.
IL PREMIERATO E LA RIFORMA
La premier parla a lungo del premierato, difendendo la sua riforma dagli attacchi delle opposizioni: “Loro vogliono un sistema in cui il Pd riesce a governare anche quando perde le elezioni”. Poi ribadisce di essere “laica” sul tema del ballottaggio e che “siamo molto attenti a non toccare le prerogative del capo dello Stato”. “Dopodiché, vogliamo introdurre anche l’elezione diretta del presidente della Repubblica? Io non sono contraria”, chiarisce, confermando che quella era la sua idea iniziale di riforma.
LE VICENDE DI BARI E ILARIA SALIS
Punge il Pd anche sul caso Bari: “Possiamo discutere se la norma sullo scioglimento dei comuni è adeguata, ma non si può chiedere che le amministrazioni di sinistra siano trattate diversamente dalle altre”. E in quella stessa direzione Meloni mira sulla vicenda di Ilaria Salis: “La campagna politica che la sinistra sta mettendo in piedi rischia di non aiutarla. Do you know stato di diritto? Do you know autonomia della magistratura?”, la domanda della premier, convinta che il governo possa “intervenire solo a sentenza passata in giudicato”.
IMPEGNI FUTURI E SFIDA ALLE ELEZIONI EUROPEE
Fra l’intenzione annunciata di confermare il taglio del cuneo contributivo nella prossima manovra, la rivendicazione dei test psicoattitudinali su cui, sostiene, “la maggioranza dei magistrati è d’accordo”, e l’impegno ad affrontare la questione delle liste d’attesa e “l’abolizione del tetto per i dipendenti del comparto sanitario”, si ritorna alle Europee. “La sinistra è in difficoltà. Se vogliamo farle un favore allora ci mettiamo a litigare, battibeccare, fare campagna elettorale”, è il pensiero della premier, che lancia un avvertimento diretto agli alleati in Italia e fuori.
CONCLUSIONE
“Ho costruito una doverosa collaborazione istituzionale con von der Leyen, perché devo portare risultati a casa per l’Italia. Dopodiché – spiega – le elezioni sono un’altra cosa. Von der Leyen è la candidata del Ppe, io sono presidente dei Conservatori europei, che potrebbero anche avere un loro candidato alla presidenza della Commissione, questa è una decisione che dobbiamo ancora prendere”. In ambienti di Ecr al momento si esclude la pista italiana.