Funzionaria chiede conto all’indagato per riprendersi l’auto

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IL CASO DELLA FUNZIONARIA CHE SI È RIVOLTA AL CLAN MAFIOSO PARISI PER RECUPERARE L’AUTO RUBATA

Il Ministero dell’Interno ha deciso di inviare degli ispettori alla prefettura di Bari a seguito del caso emerso dagli atti della Dda riguardante una funzionaria che si è rivolta a un indagato vicino al clan mafioso Parisi per recuperare l’auto rubata nel 2018. Secondo quanto riportato negli atti, Gaetano Scolletta, considerato il “contabile” di Tommy Parisi, figlio del boss Savinuccio, avrebbe aiutato la funzionaria a riavere la sua Lancia Musa, chiedendole perfino di fornirgli il numero di targa del veicolo. La donna, collaboratrice del prefetto, si sarebbe rivolta a un appartenente del clan Parisi per ottenere assistenza. Alla fine, l’auto è stata ritrovata per strada in un luogo concordato, dopo che la donna ha simulato di trovarla e ha richiesto l’intervento di una pattuglia distolta dal suo servizio regolare.

LA POLEMICA SCOPPIATA NELLA GIORNATA DI IERI

La decisione del Viminale di inviare ispettori alla prefettura di Bari arriva nel bel mezzo di una polemica scatenatasi dopo che il sindaco del capoluogo pugliese, Antonio Decaro, ha reso noto tramite un post su Facebook che il ministro Piantedosi gli ha comunicato la nomina di una commissione finalizzata a verificare un’ipotesi di scioglimento del Comune di Bari per infiltrazioni mafiose. Il sindaco ha definito l’atto come una “guerra” contro la città e ha espresso la propria preoccupazione riguardo alle implicazioni di questa decisione.

LA NOMINA DELLA COMMISSIONE MINISTERIALE E LE PRESUNTE INFILTRAZIONI NEL CONSIGLIO COMUNALE

La commissione ministeriale è stata nominata con lo scopo di accertare le presunte infiltrazioni mafiose nel Consiglio comunale di Bari e in altre aziende municipalizzate, dopo l’arresto di oltre 130 persone nell’ambito di un’inchiesta della Dda barese che ha svelato un presunto legame tra mafia e politica, con scambio di voti alle elezioni comunali del 2019. Il sindaco Decaro ha dichiarato che l’atto segue la richiesta di un gruppo di parlamentari di centrodestra pugliese e si riferisce all’indagine sul voto di scambio che ha portato all’arresto di diverse persone, tra cui l’avvocato Giacomo Olivieri e la moglie, attuale consigliera comunale.

IL COMUNICATO DEL MINISTERO DELL’INTERNO

In una nota, il Ministero dell’Interno ha spiegato che l’ispezione alla prefettura di Bari è un atto dovuto in seguito agli eventi emersi dall’indagine giudiziaria che ha portato a numerosi arresti nella città. La decisione non preclude lo scioglimento del Comune, ma è finalizzata a una verifica accurata dell’attività amministrativa, al fine di tutelare anche gli amministratori locali che potranno fornire informazioni utili durante l’ispezione.

L’INCHIESTA GIUDIZIARIA E GLI ARRESTI A BARI

Uno degli episodi più significativi all’interno del consiglio comunale di Bari riguarda l’arresto della consigliera Maria Carmen Lorusso, coinvolta nella maxi inchiesta sul voto di scambio e sulla presunta connessione con la mafia in relazione alle elezioni del 2019. Lorusso, 37 anni, era pronta a ricandidarsi alle prossime elezioni e faceva parte del gruppo consigliare di Sud al Centro. Il suo arresto ha sollevato interrogativi riguardo a eventuali scambi di voti tra la criminalità organizzata e la politica locale.

Giacomo Olivieri, ex consigliere regionale e marito di Maria Carmen Lorusso, è stato anch’egli arrestato nell’ambito della stessa inchiesta. Si presume che Olivieri abbia raccolto voti provenienti dai clan mafiosi di Bari per favorire l’elezione della moglie al consiglio comunale nel 2019. La coppia è stata coinvolta in un altro scandalo durante la pandemia, quando si sono finte malati per ottenere il vaccino anti Covid in anticipo rispetto agli altri cittadini. La vicenda ha suscitato scalpore e ha evidenziato il presunto coinvolgimento della famiglia Lorusso-Olivieri in pratiche illecite e legami con ambienti malavitosi.

In conclusione, la situazione a Bari si fa sempre più intricata e le indagini in corso rivelano un quadro allarmante di infiltrazioni mafiose nella politica e nella gestione amministrativa della città. La decisione del Viminale di inviare ispettori alla prefettura è un segnale di attenzione verso un problema che richiede un intervento immediato e risoluto per preservare l’integrità delle istituzioni e garantire la legalità e la trasparenza nel governo locale.

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