IL PROBLEMA DEL RISCALDAMENTO NEGLI ISTITUTI SCOLASTICI ITALIANI
Dopo le vacanze di Natale, si torna sui banchi di scuola, ed è un classico trovare le aule gelide, senza il riscaldamento funzionante. E’ sempre accaduto nella storia scolastica di molti di noi, ma la situazione, in alcune regioni d’Italia sembra drammatica, con le temperature vicine allo zero al mattino. Migliaia di studenti, infatti, sono costretti a trascorrere l’inverno in classe con temperature molto basse, e per resistere si tiene la giacca, il cappello e la sciarpa. Secondo un recente sondaggio di Skuola.net, più del 50% degli studenti si lamenta di una ambiente scolastico dal clima troppo rigido per poter seguire serenamente le lezioni.
PROBLEMA CRONICO DELLA SCUOLA
Cristina Costarelli, presidente dell’Associazione Nazionale Presidi del Lazio, in un’intervista al sito specializzato sulla scuola ha spiegato quali sono le problematiche più comuni che incontrano gli istituti quando si parla di riscaldamento. “…è un discorso strutturale. Sarebbe necessario fare degli interventi di manutenzione su impianti vetusti, non solo sugli elementi radianti ma anche sulle caldaie. Perché un problema che spesso si crea è quello delle caldaie che vanno in blocco. Bisogna operare sia sulle caldaie che generano il calore sia sugli elementi che lo devono irradiare», ha spiegato la dirigente scolastica, che spiega le ragioni dietro all’accensione limitata del riscaldamento, che non copre tutta la giornata scolastica.
NESSUN POTERE
«In genere, se le lezioni si svolgono dalle 8 alle 14, verso mezzogiorno i riscaldamenti già si sentono tiepidi. Qui c’è un tema anche di natura ecologica. Sappiamo, per esempio, che nella città di Roma in questi giorni abbiamo giornate con un livello altissimo di polveri sottili, un problema di smog quindi. Ma poi c’è sicuramente anche un discorso economico», dice Costarelli, aggiungendo che le scuole nei loro bilanci si spesa non inseriscono il costo del riscaldamento: «questa spesa, infatti, viene gestita direttamente dagli Enti locali. Quindi, per le scuole superiori dalle Province o Città metropolitane; per gli istituti comprensivi del primo ciclo dai Comuni. Le scuole non hanno proprio contezza di quanto si spende, di quanto costa il riscaldamento».
COME SI SUPERA IL PROBLEMA
Risolvere il problema, dunque, sembra piuttosto difficile e fuori dalle competenze di ogni singola scuola. Allora, come fare? «Il dirigente scolastico può intervenire solo in situazioni di emergenza assoluta, per cause di forza maggiore, sostanzialmente in caso di guasto. A me, per esempio, è successo qualche settimana prima di Natale…il dirigente non può ridurre l’attività didattica se il riscaldamento viene interrotto alle 12 anziché alle 14. Come detto, solo in casi estremi ci può essere un ruolo attivo del dirigente. Magari c’è un guasto che dura qualche giorno, a quel punto il preside può disporre la sospensione dell’attività didattiche per uno o due giorni».
Salutiamo con un ultimo aggiornamento dei dati relativi alla tematica trattata, che evidenziano la situazione presente e la necessità di trovare delle soluzioni a questo problema. Sembra importante considerare non solo il livello di comfort delle aule, ma anche i possibili effetti sul benessere degli studenti e sul loro apprendimento. Restiamo in attesa di ulteriori sviluppi e azioni da parte delle istituzioni competenti.