FESTEGGIAMENTI PER LO SCUDETTO INTER: FRATTESI SFOTTA I MILANISTI CON UNO STRISCIONE
Durante la festa per lo Scudetto dell’Inter, Davide Frattesi ha mostrato uno striscione contenente uno sfottò ai milanisti che riprende un famoso coro nerazzurro che tuttavia non si sente cantare da tempo: è stato abolito da un accordo tra le Curve di Inter e Milan, in ossequio a un “patto di non belligeranza” tra le parti che fa sì che “a Milano le due tifoserie non si ostacolino per le vie della città”. L’anno scorso Dimarco fu minacciato per averlo cantato.
UNA DOMENICA DI FESTA PER L’INTER A MILANO
È stata una domenica di grande festa per le vie della Milano nerazzurra, col pullman scoperto che ha portato i giocatori dell’Inter in piazza Duomo per celebrare il 20simo Scudetto che ha portato la seconda stella sulle maglie della squadra allenata da Simone Inzaghi. Cori, striscioni e sfottò ovviamente l’hanno fatta da padroni, ed anche Davide Frattesi si è fatto trascinare nel clima goliardico, mostrando uno striscione peraltro non volgare: “Milanista chiacchierone”, la scritta in bella vista.
IL CORO “MILANISTA CHIACCHIERONE” E IL SUO DIVIETO
Il coro in questione, di cui Frattesi ha esibito la sintesi, allude a scontri promessi e mai portati a compimento. Il testo recita così: “Ma quali scontri e tanti guai, che non vi picchiate mai. Milanista chiacchierone, ma quanta fantasia che hai. Ti cercano e non ci sei più, alle otto e un quarto sei già su”. Un messaggio ritenuto offensivo dal ‘codice di comportamento’ condiviso da entrambe le Curve, che chiarirono il concetto dopo le minacce dei milanisti a Dimarco, svelando l’esistenza di un “patto di non belligeranza” tra le parti che fa sì che “a Milano le due tifoserie non si ostacolino per le vie della città”.
LE MINACCE A DIMARCO E LE CONSEGUENZE
Federico Dimarco cantò quel coro nello scorso maggio, dopo che l’Inter aveva eliminato il Milan in semifinale di Champions League. L’esterno nerazzurro afferrò il microfono in campo e fu una delle anime della festa per aver raggiunto la finale proprio ai danni dei cugini, intonando il coro abolito. Tempo poche ore e sotto casa sua comparve uno striscione minaccioso: “Dimarco pensa a giocare o la lingua te la facciamo ingoiare”. A quel punto il calciatore si scusò subito con un post su Instagram: “Martedì sera dopo la partita mi sono lasciato andare ad un momento di leggerezza. Volevo chiedere scusa a tutti i tifosi del Milan che si sono sentiti offesi”. La vicenda si chiuse senza ulteriori strascichi, ma consentì di aprire uno squarcio sui rapporti tra le due tifoserie, che intervennero per chiarire il senso dell’intera vicenda.
IL ‘CODICE DI COMPORTAMENTO’ TRA LE CURVE DI INTER E MILAN
Il coro cantato da Dimarco e quanto accadde nelle ore successive diede l’occasione di fare luce sui delicati equilibri che regolano i rapporti tra gli ultras di Inter e Milan. I primi a parlare furono quelli rossoneri, che dopo le scuse di Dimarco pubblicarono un comunicato sul profilo Instagram della Curva Sud per spiegare la vicenda dal loro punto di vista. Chiaramente anche Frattesi, arrivato all’Inter dal Sassuolo la scorsa estate, non sapeva nulla circa il ‘divieto’ codificato dalle due Curve di usare quel messaggio per schernire gli avversari.
IL “PATTO DI NON BELLIGERANZA” CHE VIGE A MILANO
Poco dopo furono gli ultras nerazzurri a parlare, tramite un video pubblicato sulla pagina Instagram della Curva Nord, approvando e condividendo il messaggio dei cugini. Gli ultras interisti ribadirono l’importanza del rispetto reciproco e del mantenimento della pace tra le tifoserie delle due squadre di Milano, sottolineando che il “patto di non belligeranza” tra le Curve è un accordo che si tramanda di generazione in generazione per preservare la tranquillità e la lealtà nella rivalità cittadina.
In conclusione, la vicenda legata al coro “Milanista chiacchierone” e alle reazioni suscitate dalle azioni di Frattesi e Dimarco ha evidenziato l’importanza del rispetto reciproco tra le tifoserie calcistiche e l’importanza di mantenere il dialogo e il confronto per evitare situazioni potenzialmente pericolose sul fronte dello scontro tra ultras.