“Femminicidi a Naro: il profilo del sospetto killer”

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DUPICE FEMMINICIDIO A NARO: OMAR EDGAR NEDELKOV ARRESTATO

Due donne abusate, massacrate e uccise nel giro di poche ore nel quartiere di Sant’Erasmo di Naro (Agrigento), un piccolo paese di settemila anime.

INDIZIATO DEL DUPLICE OMICIDIO E DEL VILIPENDIO DI CADAVERE

Indiziato del duplice omicidio e del vilipendio di cadavere delle due donne è Omar Edgar Nedelkov, loro conoscente.

UN PROFESSO DI IMPORTANTI TRATTI ANTISOCIALI

Dalle informazioni emerse finora sul suo conto ne risulta il profilo di un soggetto con importanti tratti antisociali di personalità, avendo dei precedenti sia specifici che non. L’uomo sarebbe infatti già stato accusato per violenze, ma anche per furto e per incendio doloso ai danni di un’azienda agricola per la quale lavorava. Un soggetto che avrebbe quindi già posto in essere condotte altamente indicative di un importante grado di pericolosità sociale, pericolosità che si è concretizzata nei due brutali femminicidi.

I DETTAGLI DEI FEMMINICIDI

La sera del 4 gennaio, Omar Edgar Nedelkov si trovava a cena a casa di Delia Zarniscu, 58 anni, in compagnia di un altro uomo sulla cinquantina. Nel corso della cena, Nedelkov, in forte stato di alterazione per l’assunzione di alcolici, avrebbe molestato sessualmente Delia, pretendendo di avere con lei un rapporto sessuale. La donna sarebbe riuscita a ribellarsi e a sottrarsi, cacciando di casa Nedelkov e il suo amico.

Sembra che nel corso della cena si fosse parlato di Maria Rus, 54 anni, e che l’uomo avesse manifestato l’intenzione di avere un rapporto sessuale anche con lei. Una volta usciti dall’abitazione di Delia i due uomini si separarono. L’amico si dirige verso la propria abitazione, mentre Nedelkov venne ripreso da alcune telecamere di videosorveglianza, mentre vagava per le vie di Naro con i pantaloni slacciati. Nedelkov avrebbe raggiunto in vicolo Avenia l’abitazione di Maria e una volta entrato avrebbe tentato di abusare anche di lei. La figlia di Maria dichiara che la madre “ha detto di no e il ragazzo non ha accettato il rifiuto”. Quindi Nedelkov avrebbe massacrato di botte Maria per poi dar fuoco al suo corpo, incendiando una poltrona che si trovava in quell’ambiente.

Da vicolo Avenia l’uomo sarebbe tornato in via Vinci, presso l’abitazione di Delia, introducendovisi dopo aver sfondato la porta “con ferocia inaudita”. Avrebbe provato ad abusare, ancora una volta di lei, sarebbe riuscito a spogliarla, prima di aggredirla con qualsiasi oggetto avesse a disposizione. Una ferocia inaudita, alla quale Delia avrebbe provato a sottrarsi con tutte le sue forze, cercando anche di scappare dalla sua abitazione, come risulta da una prima analisi delle macchie di sangue rinvenute sulla scena del crimine. Il cadavere di Delia viene rinvenuto sul divano.

GLI ULTERIORI SVILUPPI

A questo punto, con il telefono della donna, Nedelkov richiama il suo amico che lo raggiunge. Quando arriva in via Vinci e si trova davanti a quella scena, Nedelkov gli chiede di aiutarlo, ma l’amico si rifiuta, viene quindi aggredito anche lui, ma riesce a scappare e a dare l’allarme. Nedelkov effettua una chiamata anche al 112, nel corso della quale parla di una disgrazia. L’uomo contatta anche la sua fidanzata per chiederle aiuto, anche in questo caso la sua richiesta non viene accolta.

L’INCASTRAMENTO DI NEDELKOV

L’autopsia effettuata sui corpi delle donne parla di lesioni plurime, indicative del fatto che sia Delia che Maria siano state colpite brutalmente e ripetutamente prima di essere uccise. Incastrato da una serie di elementi e testimonianze, Nedelkov viene fermato. Si è avvalso della facoltà di non rispondere sia nel corso dell’interrogatorio con i PM che nel corso dell’udienza di convalida del fermo.

UN PASSATO DI VIOLENZA?

Visti i tratti comportamentali che lo caratterizzano, e la ricorrenza di alcune sue condotte, non è da escludersi la possibilità che l’uomo possa aver aggredito nel passato anche altre altre donne, la cui testimonianza risulterebbe fondamentale, dopo la morte di Delia e Maria, per la ricostruzione della verità.

IL COMMENTO DELL’ESPETO

Margherita Carlini, Psicologa Clinica, Psicoterapeuta e Criminologa Forense, esperta di Psicologia Giuridica, Investigativa e Criminale, esprime il suo parere riguardo al caso, sottolineando l’importanza di valutare il rischio di recidiva e di escalation dei comportamenti maltrattanti e persecutori, così come di strutturare piani di protezione a favore delle vittime potenziali.

Il crimine ad Naro sconvolge l’opinione pubblica e pone l’accento sulla necessità di contrastare la violenza di genere in tutte le sue forme, fornendo supporto alle vittime e punendo con fermezza i colpevoli. L’arresto di Omar Edgar Nedelkov rappresenta un passo avanti nella giustizia per Delia Zarniscu e Maria Rus.

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