MEDICI, VETERINARI, FARMACISTI, PSICOLOGI, BIOLOGI E DIRIGENTI SANITARI IN SCIOPERO
Oggi i medici, i veterinari, i farmacisti, gli psicologi, i biologi e i dirigenti sanitari di AAroi-Emac, Fassid, Fvm e Cisl Medici hanno incrociato le braccia, fermando il SSN ma garantendo i servizi essenziali e quelli per i pazienti fragili.
SCIOPERO CONSEGUENZE IMMEDIATE
Infatti, spiegano i promotori “solo per limitarci ai dati di più immediata acquisizione, in quanto rilevabili all’inizio dei turni di servizio dedicati alle attività di routine, che per i Veterinari partono prima dell’alba e per i Medici alle 8 in punto, stimiamo che oggi siano saltati, esclusi quelli eseguiti dai gettonisti, 9 interventi chirurgici non urgenti su 10 e che ci sia stato un massiccio blocco delle macellazioni, con una percentuale di adesione del 90% del personale dipendente non contingentato. La responsabilità di questi forti disagi per la popolazione ricade unicamente sui decisori politici che ci hanno costretto al blocco degli ospedali e della filiera agroalimentare”.
RAISON D’ÊTRE DELLO SCIOPERO
Uno sciopero che i medici, i veterinari, i farmacisti, gli psicologi, i biologi e i dirigenti sanitari hanno messo in atto per manifestare il proprio dissenso rispetto a una legge di Bilancio che tradisce tutte le dichiarazioni che il Governo di oggi e quelli di ieri si sono sprecati, in particolare da tre anni a questa parte, a declamare a favore del rilancio del SSN Pubblico, solidale e universalistico, e della valorizzazione dei suoi professionisti, “eroi” fino a ieri ma oggi per l’ennesima volta trattati come un costo e non come una risorsa, mentre al contempo se ne favorisce l’appalto al lucro privato di chi fa della sanità un business a spese di un’imposizione fiscale che grava soltanto sui redditi dei soliti noti.
LE RAGIONI DELLO STOP
La protesta è stata proclamata da Aaroi-Emac, Fassid, Fvm-Federazione veterinari e medici e Cisl medici. Potrebbe verificarsi un aumento dei tempi di attesa nei pronto soccorso, il blocco delle prestazioni anestesiologiche (con potenziali paralisi quindi delle sale operatorie), ed in altri settori nevralgici della sanità pubblica.
Indispensabile per dare un messaggio chiaro alla politica di governo: il Sistema sanitario nazionale ha bisogno di aiuto. Così i sindacati in una nota: “La Legge di Bilancio non lo aiuta affatto – aggiungono – lo sciopero è l’estrema ratio a cui ricorrere per reclamare il diritto alla salute garantito da personale pubblico”.
COMUNICATO CONGIUNTO DELLE SIGLE SINDACALI COINVOLTE
La protesta, è indirizzata contro la “legge di Bilancio 2024” che – dicono i sindacati in una nota congiunta – “non sblocca il tetto alle assunzioni di nuovo personale”, non stabilizza i precari della Sanità, “non finanzia a sufficienza i prossimi rinnovi contrattuali”, “favorisce la fuga dal lavoro del pubblico impiego, in particolare dal SSN”.
LA MOBILITAZIONE IN PIAZZA
Dalle ore 11 alle ore 13 a Roma il presidio dei sindacati “con circa 100 medici davanti al Ministero della Salute”. La voce che si è alzata davanti al Ministero è stata la stessa voce che si è levata in diverse altre città italiane, con sit in, assemblee, conferenze stampa, per spiegare pubblicamente “il precipizio dal quale non si vuol salvare la Sanità pubblica, di fronte al quale è sorprendente il silenzio assordante delle Regioni, a danno delle quali l’inevitabile ulteriore aumento esponenziale dell’appalto privato del personale che fugge dal pubblico impiego ne trasformerà i maggiori costi, sempre occultati a bilancio nella voce “beni e servizi” in vere e proprie voragini”.
Si è trattato, aggiungono i sindacati, “di un ulteriore tentativo di sensibilizzare le istituzioni sui temi caldi della salute: burnout e abbandono della professione, stabilizzazione dei precari, privatizzazione dei servizi sanitari, riforma della formazione, abolizione di tutte le penalizzazioni pensionistiche della Manovra 2024. Un ennesimo tentativo che si inserisce in un percorso di mobilitazione intrapreso nei mesi scorsi dalle sigle sindacali della Sanità, e che nel caso in cui il feed-back atteso al termine di questa giornata non risulti sufficiente a soddisfare le richieste alla base della protesta è destinato a riprendere senza smorzarsi dopo la pausa natalizia che la legge impone agli scioperi”.