Eurobond per finanziare la difesa: nodo del grano al Consiglio Europeo

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OK AI NEGOZIATI PER L’ADESIONE ALLA UE DELLA BOSNIA-ERZEGOVINA

22 Marzo 2024

L’agricoltura non è ancora arrivata sul tavolo del Consiglio europeo, in agenda per venerdì, ma fa già discutere i leader Ue. Il tema si intreccia con il supporto all’Ucraina e la proroga dell’esenzione dei dazi sui cereali ucraini fino a giugno 2025. Proprio mercoledì il Parlamento europeo e il Consiglio avevano raggiunto un accordo provvisorio per inserire nel provvedimento una nuova salvaguardia automatica per alcuni prodotti sensibili dell’Ue, come pollame, uova, zucchero, avena, mais, semole e miele. Tuttavia, ci sarebbero altri paesi come la Francia e la Polonia che vorrebbero estendere tali garanzie anche al grano e all’orzo. “L’argomento più importante sul tavolo è la questione del grano ucraino. Il dumping dell’Ucraina sta lentamente distruggendo gli agricoltori europei e ungheresi. La posizione ungherese è chiara: dobbiamo proteggere i nostri agricoltori”, ha twittato il premier di Budapest, Viktor Orban, poco dopo l’inizio del vertice. Quando affronteranno il tema, i leader europei dovrebbero chiedere di portare avanti i lavori sulle misure volte a ridurre gli oneri amministrativi e a realizzare una semplificazione per gli agricoltori, a rafforzare la posizione degli agricoltori nella filiera alimentare, in particolare per garantire un reddito giusto, ma anche a garantire una concorrenza leale e basata su regole a livello globale e nel mercato interno, nonché ad affrontare le questioni relative alle misure commerciali autonome per l’Ucraina in modo equo ed equilibrato. Ma sul tavolo c’è anche l’idea di iniziare a parlare di mettere delle restrizioni alle importazioni di grano russo, che ha una discreta quota anche in Italia. Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, intervento al Consiglio europeo da remoto come di consueto, ha lamentato con i leader dell’Ue che i prodotti agricoli russi non sono soggetti a restrizioni nel blocco. “Purtroppo, l’accesso russo al mercato agricolo europeo è ancora illimitato”, ha rimarcato, ricordando che “qualsiasi perdita commerciale è una perdita di una risorsa che ferma la Russia. Propongo di considerare la questione anche da una prospettiva economica”.

RIUNIONE LEADER CON GUTERRES: TRA I TEMI GAZA E L’AI

Il vertice si è aperto con una sessione di lavoro con il segretario generale dell’Onu Antonio Guterres, che si è intrattenuto con i leader per oltre due ore e mezza. Tra i temi trattati la situazione umanitaria a Gaza, il ruolo dell’Unrwa e le indagini dell’ex ministra francese Catherine Colonna, la soluzione dei due Stati in Medioriente, ma anche la questione dell’intelligenza artificiale nel quadro globale. La premier italiana Giorgia Meloni ha posto l’accento su diversi temi, a partire dalla crisi in Medioriente. Nell’auspicare un’immediata pausa umanitaria che porti a un cessate il fuoco sostenibile, ha evidenziato come la Ue possa e debba giocare un ruolo di primo piano nella soluzione della crisi. Meloni si è detta particolarmente preoccupata per le prospettive di un’operazione di terra di Israele a Rafah. L’Italia, ha ricordato Meloni, insieme alla FAO, al PAM e alla Croce Rossa internazionale ha lanciato l’iniziativa Food for Gaza con l’obiettivo di creare un meccanismo di coordinamento per affrontare la drammatica insicurezza alimentare della popolazione civile.

PAESI DIVISI SUGLI EUROBOND PER FINANZIARE LA DIFESA

Ma il convitato di pietra di questo Consiglio sarà certamente la difesa. Per la prima volta l’Ue parla di economia di guerra e non nasconde che è urgente prepararsi a ogni eventualità. I paesi rimangono divisi sull’idea di emettere eurobond per finanziare la difesa: i frugali sono contrari, mentre per Estonia, Grecia, Francia e Polonia, ma anche per l’Italia, secondo il vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani, possono essere “una buona idea”. Dal vertice è arrivato anche il via libera all’avvio dei negoziati di adesione per la Bosnia-Erzegovina, anche se bisogna vedere quando avverrà l’effettiva apertura dei capitoli negoziali: diversi paesi, tra cui la Lituania, l’Estonia e l’Olanda, hanno espresso prudenza perché, a loro parere, non tutte le condizioni sono state raggiunte.

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