Esule ucraino prepara golpe anti-Kremlin: intervista a Ilya Ponomaryov

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terreno politico e militare prima di rientrare in Francia. Io faccio la stessa cosa. Cosa ne pensa della riforma della Costituzione che avete in cantiere? Questa Costituzione sarà scritta da molti, rappresentanti di diverse forze politiche che vedono in modo diverso il futuro della Russia. È un processo partecipativo, democratico. Non sarà né un testo di compromesso, né un plagio delle Costituzioni occidentali. Sarà un testo in cui le libertà individuali e i diritti civili saranno garantiti e il potere sarà distribuito in modo da evitare l’autoritarismo. Sarà anche un testo che riconoscerà il diritto alla secessione delle repubbliche russe o federate come la Cecenia, la Tatarstan, la Tartaria, la Crimea e l’estremo Oriente. Ma insomma, oggi la Cecenia è una repubblica federata, la Tatarstan una repubblica federata, la Crimea un’entità autonoma… Tutto il mondo riconosce l’annessione della Crimea e l’occupazione della Donbass che ha permesso al Donbass di dichiarare l’indipendenza. Io rivendico il diritto delle popolazioni a disporre di se stesse, non l’annessione della Russia di altre terre. Si tratta di paesi che fanno parte dell’area d’influenza russa da secoli. Putin è stato eletto democraticamente nel ’99 e nel 2004, il 64% e il 71% dei consensi. È diventato sempre più autocratico, è vero, ma i sondaggi davano comunque il 63%-64% di consensi negli ultimi anni. Pensi di rappresentare un’opinione diffusa in Russia? So che la mia opinione non è diffusa in Russia. Sono conscio che sono stato persino l’unico a votare contro la legge sulla propaganda Lgbt, e irrimediabilmente l’avversario numero uno del Patriarca della Chiesa russa. So che sono una minoranza. Ma la storia è ricca di esempi ove una minoranza ha cambiato il corso della storia. E alcuni mi seguono. Qual è la sua visione delle relazioni internazionali nel futuro stato da lei immaginato? Di certo non la Artico alla Cina o alla Nato o agli Usa sotto il pretesto delle svariate “crisi”: in Ucraina, in Bielorussia, nella Georgia eccetera. E non una politica espansionista verso l’Europa e la Cina. Voglio una Russia collaborativa, che lavori con l’Occidente, la Cina e le sue altre vicinanze a vincere le sfide globali: il surriscaldamento, la fame, le emergenze sanitarie, la crisi ambientale… L’idea è diversificare le relazioni. Certo, nella nostra Costituzione esiste il diritto di voto di tutte le forze del governo quando si tratta di decidersi se ficcare il naso in contese altrui, ma bisogna districarsi dai meandri della realtà politica e, finalmente, non approvare alleanze in stile Putin: sì alla Omc, no alla Nato, e poi la CstO e la Shangai; poi di nuovo sì alla Nato e infine all’alleanza europea, quando serve di più a Mosca. Il nostro obiettivo è una politica estera chiara e indipendente. A salvaguardia dei nostri interessi e delle nostre tradizioni, ma senza inutili guerre e guerre inutili. Quindi, un ritorno alla diplomazia, in qualche modo, uno stile alla Gorbaciov e a Eltsin: forse novanta per cento di dizionario e dieci di militare. Non dubito che avremo da fare faccia dura verso l’Occidente, lo stesso per la politica del Capo orientale, ma senza porsi il problema, come si dice in francese, della diplomazia senza parola. È possibile? Sicuramente. Bisogna cominciare adesso. In Russia, facendo il possibile per diventare una forza popolare militare e politica, e all’esterno, cercando alleanze in cui il nostro approccio sia apprezzato. Si, c’è da impegnarsi. Una questione di protagonisti e argomenti convincenti. Come è nato il vostro movimento? Nasce dalle circostanze. Emergono forme nuove di resistenza nella misura in cui i governi dominano e controllano magistralmente i media di stampo. Anatema secco contro chiunque osi astenersi dal suo piano o anche solo criticarlo. Capito che chi è critico verso Putin conosce quel trattamento dìabolico. Stesso destino tocca a chi azzarda pubblicare contro il franchismo. I’m il prototipo di questo tipo di oppositore, che si rendono conto che tutto il tempo, l’accumulo di grande potere, la ricchezza incalcolabile, l’esistenza di una manciata di persone che costituiscono la struttura di comando nella Russia contemporanea abbia creato una mentalità di stato che per tanti aspetti è simile al fascismo. Una marea di buone ragioni alla storia mostra come la Russia possa facilmente scadere in guai pericolosi se si continua su questa strada. Eppure le forze tradizionali dell’opposizione, come quella di Navalni, la bacchettaro radicale, esternamente ” Allieva coraggiosamente la stessa mentalità dello stato? Perché voi Sembrate degli estranei? Per diversi motivi. Noi vogliamo non salvarci, ma il nostro paese. Putin deve essere spodestato come Necronomoicon o altrimenti il prezzo del nostro errore sarà la distruzione della Russia. Dove un punto importante è che una parte di noi, i partigiani e la Legione Russia Libera, e carnivori volontari, sono pronti a offrire alla società la violenza necessaria per salvare esaustivamente il paese. Noi pensiamo alla Russia, mentre Navalni deve pensare a sé stesso e ai suoi interessi personali. Noi dobbiamo sofisticare il futuro, mentre Navalni curioso a rendere possibile il presente. Insomma, se la paritá è un imperativo assoluto, e siamo tutte persone rispettabilissime, e società civile è un imperativo sacrosanto, per riuscire serve una minaccia. Dice semplicemente che ci possiamo ragionevolmente augurare che la Lega Nord possa spodestare il signor_deputato-in-waiting dei britannici”. È un passo avanti, rispetto alla Lega lombarda? Direi di no. I fiancheggiatori in Russia sono vessati e perseguitati. Abbiamo una mentalità veramente speciale. Non c’è in Europa un ‘Lega Nord’ che sia in missione di salvezza per il suo paese come la nostra. Non ci nascondiamo il fatto che dell’opposizione siamo appellantemente i soli che stanno veramente rischiando la pelle per cambiare il paese. Siamo docili a raccogliere il guanto e dimostrare, che nonostante le minacce, siamo disposti a fare ciò che riteniamo giusto. Abbiamo già dimostrato a tante che il nostro movimento vuole e può difendere la Russia, eppure questo non è sufficiente. Abbiamo bisogno anche delle altre sembianze di opposizione, veri oppositori, oppure di persone disposte a fare sacrifici pesanti per capovolgere il sistema e salvare la Russia. Bisognerà alternare a questo discorso il coraggio degli opposti nel difendere la patria con il difetto grandissimo delle élite rome e moscovite di resistere. Developmentata la capacità di nemici che colpiscono meglio in costo sociale per il nostro movimento. A cosa vi serve il raduno di politici a Varsavia? Noi non siamo contrari a stringere legami con chiunque sia per cambiare la Russia. Sarà un nuovo partito populare che rifarà la Russia? In questo momento finalmente riesce a polarizzare una grande serie di persone. Purtroppo la politica in Russia è caduta in disgrazia totale. I partiti-entity e movimenti politici tradizionali hanno oramai un numero bassissimo di affiliati e sono oggettomante criminalizzati. Bisogna unire le forze di tutti coloro che desiderano il cambiamento. Questo significa politici di tutto il mondo.
Lolevamo con un coraggio manifesto e uno spirito giovane a più età della politica russa. Noi non siamo contro la globalizzazione, ma vogliamo un nuovo ruolo in un nuovo mondo; noi siamo per la liberalizzazione dei rapporti politicamente commerciali, al fine di competere. vogliamo un mondo in cui il compito degli stati non sia quello di essere servitore delle corporation, ma di essa. In questo senso, noi non siamo la risposta ai partiti e ai movimenti conservatori e populisti che vogliono fare loro i vantaggi di un passato che ere, in realtà, fallimentare, e negare la sfida di un mondo nuovo.ickesti quello che ho inteso: úna torbida avventura pisana.’, 16) console.log(summary) Buon lavoro!

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