Economia in flessione: -3,6% nel 2023

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NUOVO MINIMO STORICO DELLE NASCITE IN ITALIA

Il 2023 ha registrato un nuovo minimo storico delle nascite in Italia, ormai stabilmente ferme sotto le 400 mila unità, con un calo del 3,6% rispetto all’anno precedente. Questo dato preoccupante viene confermato da numerose analisi e studi sul tema della natalità nel nostro Paese.

TUTTI I DATI ALLARMANTI

“Le donne scelgono di non avere figli o ne hanno meno di quanti ne vorrebbero”: sono questi alcuni tra i principali dati contenuti nella nona edizione del rapporto “Le Equilibriste, la maternità in Italia” di Save the Children. Questo studio, diffuso alla vigilia della Festa della Mamma, traccia un bilancio delle infinite sfide che le donne in Italia devono affrontare quando scelgono di diventare mamme.

NUMERO MEDIO DI FIGLI DI 1,20

Nella popolazione femminile in età fertile, il numero medio di figli per donna è di 1,20, mostrando una flessione rispetto al 2022. Questo dato è molto lontano dal valore massimo raggiunto nel 2010, quando il numero medio di figli per donna era di 1,44. Questo calo nella fecondità rappresenta una delle sfide più grandi per il nostro Paese.

ITALIA: LA PIÙ ALTA ETÀ MEDIA DI CONCEPIMENTO DI UN FIGLIO IN EUROPA

L’Italia è il Paese europeo con la più alta età media delle donne al momento della nascita del primo figlio, con una percentuale rilevante di primi nati da mamme over 40. Questo conferma una tendenza generale alla posticipazione della maternità, con tutte le implicazioni che questa scelta comporta.

ETÀ MEDIA DEL PARTO: 32,5 ANNI

L’età media delle madri al parto rimane quasi invariata rispetto all’anno precedente. Questo dato evidenzia la tendenza alla maternità tardiva che caratterizza sempre più le donne italiane, con tutte le complicazioni e i rischi che possono derivarne.

BOLZANO LA CITTÀ DOVE SI FANNO PIÙ FIGLI, IN CODA LA BASILICATA

Anche quest’anno, l’Indice delle Madri indica la Provincia Autonoma di Bolzano come il territorio amico delle madri per eccellenza, seguita da Emilia-Romagna e Toscana. Al contrario, la Basilicata risulta essere fanalino di coda, preceduta da Campania e Sicilia. Questi dati evidenziano le differenze regionali nella fecondità e mettono in luce come il contesto territoriale possa influenzare le scelte legate alla maternità.

IMPATTO DELLA PARTecIPAZIONE DELLE DONNE AL MERCATO DEL LAVORO

I dati rivelano che più aumenta la partecipazione delle donne al mercato del lavoro, più aumenta il tasso di fecondità. Questo legame tra lavoro e maternità va affrontato con politiche inclusive e misure di sostegno per consentire alle donne di conciliare i propri ruoli di lavoratrici e madri.

CONCLUSIONI

In un contesto di calo costante delle nascite in Italia, è necessario affrontare con urgenza le sfide legate alla maternità e alla fecondità. Politiche mirate, sostegno alle famiglie e promozione di una cultura della genitorialità possono contribuire a invertire questa tendenza e garantire un futuro sostenibile per il nostro Paese.

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