EUROPA IN ATTESA DEL NUOVO PATTO DI STABILITÀ
L’accordo non c’è ancora sul nuovo Patto di Stabilità, ma ci siamo quasi. Il sigillo dovrebbe arrivare nell’Ecofin straordinario, la riunione formale tra i ministri delle Finanze dei Paesi dell’Unione, tra il 18 e il 21 dicembre. “I progressi fatti testimoniano che c’è un riconoscimento del fatto che non siamo in una situazione normale, c’è una guerra in Europa. Riteniamo che le nuove regole fiscali devono essere coerenti con gli obiettivi definiti a livello europeo, in particolare con le sfide sul cambiamento climatico e con riferimento particolare alla difesa”, ha detto il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti in una dichiarazione scritta diffusa a margine dell’Ecofin a Bruxelles.
IL PROGRESSO DELLE TRATTATIVE
Questa notte la negoziazione sulle regole di bilancio è andata avanti fino alle 4, per il ministro delle Finanze tedesche Christian Lindner si è arrivati al 92% di aspetti concordati. Il suo collega francese Bruno Le Maire ha parlato del 95%. “C’è consenso sulle salvaguardie (sulla riduzione di debito e deficit – ndr), ora l’obiettivo è calibrare nel modo giusto lo spazio per gli investimenti necessari innanzitutto per la difesa, per i quali è necessario uno spazio di manovra: ma non abbiamo ancora una visione comune su quali numeri siano sufficienti”, ha detto Lindner ai giornalisti.
LE DIFFICOLTÀ E LE OPPORTUNITÀ
Il tema che contrappone i paesi dell’Unione è sempre lo stesso: c’è chi preme per un calo di disavanzo e debito pubblico (i cosiddetti paesi frugali, come la Germania), e chi auspica maggiore flessibilità delle regole e spazio per gli investimenti (l’Italia è tra questi). Ai Paesi con il debito oltre il 90% del Pil, come il nostro, viene chiesto che dopo il rientro entro il 3% del deficit sul Pil, scatti un calo del debito dell’1% annuo (0,5% per chi sta tra 60 e 90% del Pil).
LE PREVISIONI DELL’UE
Secondo le ultime stime Ue, i paesi che presumibilmente potrebbero trovarsi a fine giugno sotto procedura per deficit pubblico eccessivo sulla base dei dati 2023 sarebbero 8 nell’area euro: Belgio, Spagna, Francia, Italia, Lettonia, Malta, Slovenia e Slovacchia.
L’INTESA A QUATTRO
Italia, Germania, Francia e Spagna avrebbero raggiunto un’intesa a quattro nella notte su una flessibilità per la correzione del deficit eccessivo quando un paese si trova sotto procedura europea. Si prevede di tenere conto dell’aumento del carico del servizio supplementare del debito legato al forte aumento dei tassi di interesse. Si tratta di una flessibilità temporanea per gli anni 2025-2027. Quindi resterebbe la regola di un taglio del deficit/pil pari allo 0,5% in termini strutturali (come nel precedente Patto di Stabilità) per i paesi sotto procedura per deficit pubblico eccessivo, ma il peso della spesa per servire il debito limitatamente alla parte relativa all’effetto dell’aumento dei tassi di interesse, sarà tenuto in considerazione per definire la riduzione del disavanzo. Quindi non si tratterà più dello 0,5% del pil in termini strutturali ma meno, per il nostro Paese un decimo di punto percentuale del pil ai valori 2023 vale circa 2 miliardi di euro.
LE PROSPETTIVE
Il ministro Giorgetti ha spiegato poi ai giornalisti che “la definizione giuridica di quanto concordato merita ancora giorni e settimane di lavoro”. Poi ha aggiunto: “Dal nostro punto di vista se l’accordo trovato per una fase transitoria diventasse definitivo, ciò sarebbe coerente con le aspirazioni europee: noi siamo d’accordo sul fatto che dobbiamo garantire sostenibilità di bilancio, abbiamo accettato le salvaguardie proposte dalla Germania e se i capi di stato e di governo giovedì (quando si riunisce il Consiglio europeo – ndr) ribadiscono che bisogna continuare a mantenere l’ambizione delle strategie Ue, gli standard (per la finanza pubblica) devono essere adeguati”.
LE DECISIONI INTERNE
In merito alla ratifica del Mes, non sottoscritto solo dall’Italia, Giorgetti ha detto: “Non è nelle mie mani, è nelle mani dell’organo supremo. Come prevede la Costituzione repubblicana, decide la Camera dei deputati. Il 14 dicembre, mi hanno detto, la Conferenza dei capigruppo ha fissato la discussione”.
LE AZIONI DEL GOVERNO ITALIANO
Il documento italiano approvato in Commissione Bilancio al Senato prevede una ulteriore riflessione sulle competenti istituzioni europee sulla necessità di superare un quadro di governance economica dell’Ue imperniato sul rispetto dei parametri del 3% del deficit e del 60% del debito. Inoltre, impegna il Governo a proseguire i negoziati in sede Ue e a sostenere, in caso di mancata intesa a livello europeo entro la fine del 2023, la proroga della clausola di salvaguardia generale del Patto in attesa di una proposta che ottenga il consenso degli Stati membri.
CONCLUSIONI
Il nuovo Patto di Stabilità è ancora in fase di negoziazione, ma i progressi fatti evidenziano uno spirito di cooperazione tra i Paesi membri dell’Unione Europea. I temi al centro del dibattito riguardano la riduzione del deficit e del debito pubblico, nonché la flessibilità delle regole per consentire spazio agli investimenti necessari per affrontare le sfide attuali, come il cambiamento climatico e la difesa. Resta da attendere l’Ecofin straordinario previsto tra l’18 e il 21 dicembre per conoscere l’epilogo di questa importante trattativa.